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Due momenti delle celebrazioni di eri al Sacrario di Bari e davanti alla sede Cgil dove sono stati affissi due striscioni

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«È un 25 aprile particolare. Siamo finalmente tornati a celebrarlo nelle piazze, a omaggiare con un ricordo collettivo le vite di chi si è sacrificato per riconquistare la libertà – ha scritto ieri sul suo profilo facebook, il presidente della Regione Michele Emiliano che ha aggiunto – A tramandare una storia che inizia con la fine del periodo più buio mai vissuto in questo Paese.

A portare alle generazioni più giovani l’esempio, il messaggio, i valori delle partigiane e dei partigiani che hanno posto un argine alla dittatura fascista. Ecco perché la Resistenza è un bel futuro: un sentimento da mantenere acceso». La Regione ha anche ricordato le partigiane di Puglia. «Donne che hanno combattuto per il desiderio di un mondo migliore, con maggiori libertà riconosciute alle persone». Alba De Céspedes, Maria Diaferia, Cordelia La Sorsa, Maria Santamato, Anna Maria Princigalli, Maria Teresa Sparascio, Diana Torrieri.

«Oggi la Regione si stringe nel ricordo di queste storie ringraziando l’Osservatorio regionale sui neofascismi e il professor Pasquale Martino per il contributo».

«Non siamo dei nostalgici, la nostra è una lotta quotidiana contro i fascismi – ha scritto il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo – E quindi oggi vogliamo lanciare un messaggio forte dalla Puglia, con l’Anpi, che è punto di riferimento dei cittadini democratici del nostro Paese». Sulla facciata della sede Cgil di Bari sono stati srotolati due drappi con la bandiera della pace, quella della Cgil e la scritta “mai più fascismi” e, all’interno, è stata allestita una mostra fotografica sugli sfregi alle sedi pugliesi della Cgil nell’ultimo anno.

«La Cgil è stata la principale vittima nei mesi scorsi del neofascismo che vive, che esiste ancora, che è ancora un pericolo, che aggredisce, che tenta di ricostituire il partito fascista, come dimostra il processo in corso a Bari – ha detto il presidente Anpi Bari, Pasquale Martino – . Questo va ricordato perché la memoria della liberazione e l’impegno per la pace, è un impegno contro il fascismo vivente, che significa nazionalismo, razzismo, violenza».

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