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Le immagini dei video tra Via Loreto e Via Santangelo dell'aggressione al giocatore

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AVELLINO – Lasciato in mutande e scarpe da ginnastica, dopo che lo avevano circondato, minacciato e costretto a spogliarsi della tuta e della felpa dell’Avellino Calcio.

È così che la notte del quattro maggio scorso gli agenti della Digos di Avellino, agli ordini del vicequestore Vincenzo Sullo, avevano trovato Claudiu Micovschi, il centrocampista dei Lupi, che a bordo della sua Q5 stava raggiungendo la sua abitazione insieme al compagno di squadra Mokanu Marius Andrei. Slip e scarpette, perchè la maglia e la tuta, strappatagli letteralmente di dosso dal conducente di una Renault Twingo arancione, che gli aveva sbarrato la strada.

Una volta sceso dalla vettura lo avrebbe anche colpito a schiaffi. E tutto questo mentre la ragazza che stava con lui parlava a telefono. Dopo pochi secondi erano giunti anche altri due soggetti, anche in questo caso minacce alle quali Micovschi aveva risposto: «cosa volete più, avete preso già la tuta».

I fatti, avvenuti tra Via Santangelo e Via Loreto erano stati ripresi dalle telecamere. I quattro identificati, già il 14 maggio scorso erano stati destinatari di una perquisizione da parte degli agenti della Digos, ieri mattina per loro sono scattati anche gli arresti. All’alba il personale di Via Palatucci ha infatti notificato un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari firmata dal Gip del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino (le indagini sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica Domenico Airoma e dal sostituto procuratore Vincenzo Toscano ndr) .

GLI ARRESTATI

A finire agli arresti domiciliari con l’accusa di rapina aggravata nei confronti del centrocampista sono stati tre dei quattro indagati. A partire da Iannuzzi Edoardo, 22 anni, incensurato ma già oggetto come gli altri due indagati di un provvedimento di Daspo. Arresti domiciliari anche per Francesco Pace, 34 anni, avellinese e Diego Ardito, 33 anni anche lui avellinese. Sarebbero stati loro a bordo delle due vetture identificate dalle immagini della videosorveglianza a compiere il raid ai danni del centrocampista. Sono difesi dagli avvocati Nicola D’Archi e Fabio Tulimiero. Tra loro c’era una donna, allo stato non identificata.

Decisive proprio le immagini registrate dalle videosorveglianza della rotatoria a pochi passi dal Loreto. Da qui si nota che pochi minuti prima della mezzanotte la macchina del giovane calciatore Micovschi che viene affiancata da un’altra auto cui se ne univa subito un’altra dal senso opposto di marcia, che lo costringevano a fermarsi. Seguivano fasi concitate con pesanti offese, minacce e violenze fisiche, all’esito delle quali gli ultras sono riusciti a strappargli la tuta indossata dal calciatore, che pertanto è rimasto pressoché nudo.

Nei giorni successivi, la visione delle immagini del sistema pubblico di videosorveglianza del luogo in cui è avvenuto l’episodio e le successive investigazioni hanno consentito di ricostruire l’esatta dinamica della vicenda e di identificare quattro persone del tifo organizzato che, insieme ad altri ancora da identificare, avrebbero deciso di organizzare una vera e propria spedizione punitiva, conclusasi con la rapina della tuta sportiva con i colori della squadra di calcio dell’Avellino.

Non solo. Nel corso delle perquisizioni fatte scattare dalla Procura, era stato lo stesso Iannuzzi a consegnare spontaneamente agli agenti della Digos la tuta dell’Us Avellino Calcio con impresso il numero 25, quella appunto consegnata dallo stesso Micovschi nella notte di follia dopo la sconfitta al Partenio-Lomnardi. Le indagini di Digos e Procura non sono ancora chiuse. Oltre alla ragazza si cercano anche gli altri due occupanti della vettura che pure aveva bloccato la corsa di Micovschi.

L’INTERROGATORIO

Nella mattinata di domani i treindagati dovranno comparire davanti al Gip del Tribunale di Avellino che ha emesso la misura cautelare per l’interrogatorio di garanzia. In quella sede potranno chiarire il loro ruolo in tutta la vicenda. E non è escluso che possano arrivare già le prime ammissioni. Intanto, anche la società Avellino Calcio ha diramato una nota, rompendo il silenzio finora mantenuto sul caso.

LA NOTA

«L’U.S. Avellino 1912 esprime piena solidarietà al proprio tesserato che, come accertato dalla Questura di Avellino su ordine della Procura della Repubblica, nella serata del 4 maggio è rimasto vittima di violenza.La società condanna fermamente e prende le distanze da qualsiasi forma di violenza confidando sul sano e fondamentale supporto dei propri tifosi che da sempre si sono contraddistinti per l’estrema civiltà». aerre

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