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Il venerdì nero delle borse ha allungato la sua onda investendo anche l’apertura di quella che si annuncia una settimana difficile: dopo l’annuncio della stretta monetaria ad opera della Bce – senza l’indicazione di uno scudo anti spread – che dovrebbe avvenire a luglio, e l’impennata record dell’inflazione Usa che hanno provocato il tonfo di venerdì, a far fibrillare i mercati è ora l’attesa per la riunione della Federal Reserve, da cui gli operatori si aspettano un rialzo dei tassi maggiore delle attese per contrastare l’aumento dei prezzi, che ha anch’esso superato le aspettative. Giovedì poi sarà la volta della Banca d’Inghilterra, della Banca del Giappone venerdì. Ad alimentare le tensioni anche le rinnovate restrizioni anti Covid in Cina.

Ieri l’apertura delle borse è stata “contrassegnata” dal rosso su tutte le piazze europee, profondo rosso per quella di Wall Street. E la giornata è stata un crescendo in negativo, con il tonfo finale che per Milano è stato particolarmente forte: chiusura in vistoso calo per tutte le Europee – con Piazza Affari tra le peggiori – sulla scia di Wall Street che è entrata ufficialmente nella fase “orso”. Parigi ha ceduto il 2,67%, Francoforte il 2,52%, Madrid il 2,50%, Londra l’1,59%. A Milano il Ftse Mib ha perso il 2,79%, chiudendo sui livelli di febbraio 2021 a quota 21.918 punti, con lo spread tra Btp e Bund arrivato a 236 punti (+ 5,19%), e il rendimento del Btp che vola oltre il 4%.

L’Italia torna ad essere “osservata” speciale per via del già forte indebitamento. Nessun commento ufficiale arriva da Bruxelles, ma la portavoce per gli Affari economici della Commissione europea, Veerle Nuyts, interpellata dai giornalisti sul “rischio Italia” indica la “ciambella” del Pnrr: «Ci sono riforme e investimenti delineati nel Pnrr che ci aspettiamo rafforzino in modo significativo la resilienza dell’economia italiana, la sua sostenibilità e la sua comparabilità. L’Italia è oggi nella fase di attuazione e ovviamente incoraggiamo le autorità italiane a proseguire con un’attuazione determinata».

Se il leader della Lega, Matteo Salvini, prova a “cavalcare” i numeri dello spread e il terremoto sui mercati per mettere sotto pressione il “suo” esecutivo, con il premier Mario Draghi nel mirino – «Non bastano evidentemente il cognome e il prestigio del presidente del Consiglio se la presidente della Banca Centrale» –, dalla viceministra al Mef, Alessandra Sartore, arrivano parole rassicuranti: «La gestione del debito pubblico italiano da parte del governo è molto attenta, abbiamo dunque ancora liquidità per non dover chiedere un ombrello europeo. Se questo però verrà predisposto per i Paesi con qualche problema, l’Italia stessa vedrà se usarlo o meno», puntualizza sottolineando che l’intervento Ue era atteso e quindi «eravamo preparati».

«È vero che la questione dei tassi interessa noi che abbiamo debito pubblico alto, ma questo debito, nonostante gli interventi che il Governo ha fatto in questi mesi, è diminuito rispetto al 2021», poi aggiunge. Intanto anticipa le principali misure del nuovo decreto allo studio del governo per aiutare famiglie e imprese di fronte all’inflazione stellare – spinta dai rincari dell’energia e dei beni alimentari – e alle ricadute del conflitto in Ucraina. Nel “menu” tra le altre cose, oltre a nuovo “taglio” sulle bollette e il carburante, un sostegno del potere d’acquisto, con un intervento sul cuneo fiscale che andrebbe a sommarsi al bonus da 200 per i lavoratori con reddito fino a 35mila euro che arriverà a luglio.

Draghi in Israele: gas e pace in Ucraina al centro dei colloqui

Intanto il presidente del Consiglio continua a lavorare sul dossier “gas” che è anche al centro della sua due giorni in Israele e Palestina, la prima missione di un premier italiano in sette anni. Il viaggio in Israele segue quello di due mesi fa in Algeria, da cui ha “riportato” 9 miliardi di metri cubi di gas in più, a regime, rispetto all’attuale fornitura, e precede quello che lo condurrà in Turchia i primi di luglio. In Israele il tema è quello dello sviluppo di energie rinnovabili, come l’idrogeno, insieme alle prospettive del progetto del gasdotto Eastmed, ma sono diverse le ipotesi sul campo per permettere all’Italia, con l’aiuto di Tel Aviv, di rafforzare la strategia di sottrarsi alla dipendenza russa. Sul tavolo dei colloqui, anche gli sforzi per sbloccare il grano ucraino e scongiurare una crisi umanitaria.

A Gerusalemme – dove ne pomeriggio arriva anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von Leyen – Draghi incontra il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog, e l’Alternate Prime Minister e ministro degli esteri israeliano, Yair Lapid, che lo accoglie alla Knesset, e con cui discute del rafforzamento e dell’approfondimento dei legami tra Israele e l’Italia, della della cooperazione tra i due Paesi e della situazione geopolitica all’indomani della guerra in Ucraina. Dal Tempio, dove incontra la comunità ebraica italiana il premier rilancia un messaggio di pace: «In momenti di crisi, di incertezza, di guerra come quello che stiamo vivendo, è ancora più importante opporsi con fermezza all’uso politico dell’odio», dice.

«Dobbiamo promuovere la tolleranza, il rispetto reciproco, l’amore per il prossimo, questi sono i veri ingredienti di una pace duratura», aggiunge, ricordando poi l’impegno del governo per la lotta contro l’antisemitismo e per «contrastare le discriminazioni di ogni tipo contro gli ebrei». Con la comunità italiana di Israele, dopo «le enormi colpe del nazifascismo e gli orrori della guerra», oggi ci sono legami «rafforzati, in ogni campo».

Stamattina il premier incontrerà il primo ministro israeliano, Naftali Bennett, nel pomeriggio, a Ramallah, quello palestinese, Mohammad Shtayyeh. E intanto lavora al viaggio che lo porterà a breve – forse già giovedì – a Kiev insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz.


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