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LAMEZIA TERME – «La Vigor Lamezia è estranea. E lo dimostreremo». Il club biancoverde lo grida a gran voce. La salvezza diretta ottenuta sul campo nella prima stagione in Lega Pro, potrebbe essere messo in discussione per l’inchiesta “Dirty soccer” che ha coinvolto la Vigor Lamezia con il fermo del direttore sportivo Fabrizio Maglia (che oggi sarà interrogato) e l’avviso di garanzia per il presidente Claudio Arpaia. Alla società biancoverde vengono contestati due episodi: la presunta combine (poi non concretizzatasi per il rifiuto della presunta proposta) per la gara Vigor-Paganese del 13 aprile scorso, e per il 3-3 contro il Barletta, match del 19 aprile scorso, che si sarebbe concluso con il risultato auspicato dagli scommettitori. Per gli inquirenti, tutto ruota sulla figura del catanzarese Felice Bellini, fra i fermati, che avrebbe proposto l’alterazione del risultato a Maglia (coinvolto anche per il match Barletta – Catanzaro) ed Arpaia. Bellini viene indicato in qualità di responsabile marketing della Vigor Lamezia. Incarico smentito dalla società del presidente Arpaia.

Il club ieri pomeriggio ha infatti diffuso una nota in cui si legge che «la società Vigor Lamezia calcio, in merito alle notizie riportate nell’ambito dell’operazione “Dirty Soccer”, evidenzia la sua assoluta estraneità a qualsiasi eventuale ipotesi illecita che possa direttamente o indirettamente coinvolgerla e precisa che il presidente Claudio Arpaia ha richiesto il rilascio di copia degli atti relativi al procedimento penale e formalizzerá immediata richiesta di essere sottoposto ad interrogatorio per chiarire in tempi rapidissimi  la sua assoluta estraneità all’ipotesi di reato contestata. Sottolinea, altresì, che il sig. Felice Bellini non riveste alcuna carica all’interno della detta società ne’ riveste quella indicata di responsabile marketing.

Anche il presidente del Barletta, Giuseppe Perpignano, indagato per la gara Barletta – Vigor in quanto, nella sua qualità di presidente del clun pugliese, «si sarebbe adoperato per fare in modo che la partita terminasse con il pareggio con gol», respinge le accuse. «Sono sereno e tranquillo. Non ho fatto assolutamente nulla di illegale». «Non ne sapevo assolutamente nulla – sottolinea insieme al suo legale Alessandro Sola – e se mai mi fosse arrivata voce di qualcosa di poco chiaro mi sarei sicuramente opposto». E sempre per la gara Barletta – Vigor, figura fra i fermati anche Ninni Corda, allenatore del Barletta che avrebbe preso parte alla presunta combine, secondo anche quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche fra Maglia, Arpaia, Bellini e lo stesso Corda.

Per quanto riguarda il Catanzaro, la partita finita sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti è quella di Barletta: le intercettazioni telefoniche delineano però le presunte responsabilità del direttore sportivo giallorosso Armando Ortoli nel tentativo, poi abortito, di accomodamento della partita. In un primo colloquio, è il direttore sportivo dell’Aquila, Ercole Di Nicola (già sollevato dall’incarico dalla società abruzzese) che chiama Ortoli al quale ricorda un contatto già avvenuto nello scorso campionato a proposito della stessa gara e sembra proporre un ulteriore accomodamento al quale Ortoli, definito dagli inquirenti «avvezzo a combinare partite di calcio con il De Nicola» sembra mostrare perplessità. Sempre stando all’ipotesi di accusa, dopo tale primo colloquio, De Nicola ed Ortoli parlano nuovamente tra loro con Ortoli che spiega che la combine sarebbe divenuta inattuabile perché, una trattativa analoga e parallela, portata avanti dal ds dei pugliesi Condò per il tramite del collega della Vigor Lamezia, Maglia con il giocatore giallorosso Mimmo Giampà sarebbe infine venuta all’orecchio del presidente Cosentino che, su tutte le furie, avrebbe fatto cadere qualsiasi possibilità al proposito.

In realtà, però, il fatto che ad avere posto il veto alla combine sia stato in prima persona il presidente Cosentino non trova riscontro nelle carte delle indagine. L’azionista unico giallorosso, invece, della presunta trattativa non avrebbe mai saputo alcunché e le ultime risultanze investigative sembrerebbero propendere invece per una autonoma determinazione di Giampà.

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