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Con tutte queste chiacchiere in libertà di propaganda e dintorni la gente non afferra la sostanza dei problemi, finisce nel circuito perverso della propaganda e vedrà poi solo dopo le conseguenze di questo tripudio infernale di parole. Quando arrivano le conseguenze non puoi fare più niente per rimuovere le cause che hanno determinato quelle conseguenze. L’alternativa a tutto ciò sarebbe una classe politica che spiega alla gente che ci sarebbe bisogno di un mandato fiduciario che possono avere solo persone che hanno i requisiti per raccogliere questo mandato. La persona che questi requisiti li aveva più di tutti la abbiamo fatta fuori. Questa verità nessuno ha il coraggio di presentarla al giudizio della gente perché si ha paura del terremoto elettorale che ne conseguirebbe e non c’è neppure la possibilità del mandato fiduciario. Oggi ci si rende drammaticamente conto che il Paese non è stato preparato alla complessità della realtà

L’elemento prevalente su tutto è l’incertezza. Ci sono gli   effetti negativi dovuti all’aumento dei prezzi che finora non si sono visti sulla domanda. Il costo delle importazioni energetiche che è il vero problema dell’autunno non ha ancora determinato una   caduta della domanda reale. A questo si aggiunge un forte aumento del turismo negli arrivi internazionali, legati anche al recupero di credibilità internazionale e di interesse per il Paese, che compensa la debolezza manifatturiera ormai influenzata dal caro materie prime e dalla crisi del resto del mondo. 

La Germania è ormai in recessione evidente con molti rischi sul piano energetico a causa della forte dipendenza dalla Russia e dalla lentezza dimostrata nella capacità di reazione ai fini della diversificazione degli approvvigionamenti. La Cina è in rallentamento per effetto di una politica di Covid zero ma anche per una caduta nella partecipazione agli scambi globali. Gli Stati Uniti a occhio e croce sono già in recessione. Su tutto ciò grava, in particolare, l’escalation dei prezzi energetici determinati dai ricatti di  Putin per cui il gas dagli 80 euro a megawattora di inizio della guerra  di invasione russa in Ucraina invece di virare verso i 10/20 di inizio 2020 sta volando intorno a quota 250 euro. Siamo nell’urgenza di un aumento fortissimo che non può non produrre effetti pesantissimi visto che l’unica risposta praticabile, quella di un tetto massimo di prezzo fissato dall’Europa intera, non sparisce dall’agenda europea ma non diventa   realtà e noi abbiamo pensato bene di indebolire anche chi lo aveva proposto e cioè Mario Draghi.

La politica monetaria continua ad essere cauta e non è in grado di abbassare il tasso di emergenza del prezzo di energia. La politica monetaria vuole evitare che ci sia un corto circuito continuo nei prezzi del costo del lavoro. C’è chi sostiene che la Bce doveva cominciare a combattere l’inflazione due anni fa, ma due anni fa in Europa era sotto l’uno per cento. Il problema esplode a settembre dello scorso anno da shock di offerta prolungato nel tempo con lo scoppio della guerra che ha tenuto artificiosamente alto il prezzo dell’energia e ha innescato la tendenza a far salire l’inflazione. Tutto è avvenuto e avviene più a lungo del previsto per l’inerzia politica europea e l’assenza di una forte risposta comune di tipo fiscale. A tutto ciò nel caso italiano si aggiunge l’incertezza politica che paghiamo sui mercati e a settembre pagheremo ancora di più.

Abbiamo lavorato così bene negli ultimi diciotto mesi tra fiducia, riforme, tutela del potere d’acquisto e investimenti che siamo con una crescita sopra il 3% grazie anche a una buona estate turistica frutto della stessa condizione di nuova credibilità. Chi ha accumulato risparmio, ha speso. L’economia italiana è andata meglio di tutte le altre in Europa essenzialmente per queste ragioni.

Le notizie buone, però, finiscono qui. Perché, poi, improvvisamente si è deciso di rompere il giocattolo che teneva in vita questa stagione del fare che coniugava credito internazionale che rimuove vincoli interni e un processo riformatore compiuto in atto apprezzato molto fuori casa. Dalla sera alla mattina siamo passati da uno sforzo collettivo che si misurava con i problemi in Italia e in Europa restituendo prestigio internazionale e ricchezza interna al Paese a una campagna elettorale dove tutto è nelle mani della propaganda in cui ciascuno cerca di sfruttare gli errori degli altri e dove, purtroppo, il segretario del Pd ha fornito un sacco di assist al centrodestra. Che ha, peraltro, il suo centro ridotto all’osso mentre il Pd si accorge giorno dopo giorno del costo   spaventoso che paga per avere fatto ricorso a un’alleanza elettorale con la estrema sinistra e avere ingaggiato un po’ all’ingrosso giovani populisti alla ricerca di Pasdaran che soddisfacessero il mainstream dei giornali.

Si è raccolto l’invito a dire cose di sinistra e si sono raccattati i cascami del ’77 della sinistra utopista. Capite il paradosso: lo spazio politico dove si decidono le elezioni è il centro, ma si è girato dalla parte opposta. Per cui con il nuovo centro fuori dagli schieramenti del finto bipolarismo il centrosinistra non riesce a sfruttare il vantaggio della difficoltà del centro del centrodestra a cui è rimasto uno spazio molto piccolo con troppe bocche da sfamare avendo fatto da sempre una politica molto distributiva che entra in crisi quando la torta è più piccola e, quindi, non ci sono più fette di torte da distribuire.

Alla fine molti dicono ciao e, pur dovendo tutto a Forza Italia, cercano e trovano riparo dentro Fratelli d’Italia o si allontanano dalla politica o migrano verso il nuovo centro. In questo contesto come fare a spiegare agli elettori italiani che la politica monetaria agirà a favore dei titoli italiani solo contro gli eccessi della speculazione, non di certo per finanziare le spese allegre della classe politica o le promesse populiste di entrambi gli schieramenti. Con tutte queste chiacchiere in libertà di propaganda e dintorni la gente non afferra la sostanza dei problemi, finisce nel circuito perverso della propaganda e vedrà poi solo dopo le conseguenze di questo tripudio infernale di parole.   Quando arrivano le   conseguenze  non puoi fare più niente per rimuovere le cause che hanno determinato quelle conseguenze.

L’alternativa a tutto ciò sarebbe una classe politica che spiega alla gente che ci sarebbe bisogno di un mandato fiduciario che possono avere solo persone che hanno i requisiti per raccogliere questo mandato. La persona che questi requisiti li aveva più di tutti la abbiamo fatta fuori. Questa verità   nessuno ha il coraggio di presentarla al giudizio della gente perché si ha paura del terremoto elettorale che ne conseguirebbe e non c’è neppure la possibilità del mandato fiduciario. Quindi siamo alla solita Italia dove non trovi un altro che ben che vada possa collaborare con Draghi e non emerge un’offerta politica a tutto tondo che può rappresentare un’alternativa valida.

Oggi ci si rende drammaticamente conto che il Paese non è stato preparato alla complessità della realtà perché è stato preparato o al catastrofismo con l’aggiunta “fidatevi di noi che vi faremo ballare un’altra estate” o chi invece ostinatamente dice che andremo avanti comunque e che è tutto tranquillo. L’esatto contrario di quello che serve. Che è una classe dirigente che parla come una classe dirigente più diffusa e che fa opinione tra la gente normale. Se non succede questo non si   va da nessuna parte. Finisce come gli ultimi anni della Dc quando era diventata solo un partito di potere e un partito di gentaglia per cui la gente li ha mandati a spendere. Da allora è iniziata la cultura del sistema politico italiano segnata dalla regola che chi vince prende tutto e questo è valso per la sinistra come per Berlusconi.

Questa malattia italiana era stata mitigata dalla Dc dei tempi migliori con la distribuzione del potere attraverso il solito consociativismo che si poteva fare comunque perché l’equilibrio politico complessivo non cambiava. La stabilità e la rotta erano preservate. Oggi, purtroppo, non è così, ma non ci rassegniamo all’idea che non si recuperi lo sforzo collettivo per proseguire sul solco tracciato. Sappiamo che è vitale che ciò accada.


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