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Ignazio Visco

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Dai verbali Bce emerge che la corsa dei tassi non si è ancora fermata, ma per il governatore Visco siamo vicini allo stop

Si raffreddano i prezzi al consumo e si riscaldano quelli di Borsa. Piazza Affari in queste ore viaggia sui massimi da 15 anni ma anche gli altri listini corrono a velocità sostenuta. Milano guadagna lo 0,8% avvicinandosi a quota 28.800. Superarla aprirebbe orizzonti di rialzo. Parigi guadagna lo 0,50% Francoforte avanza dello 0,73%. Londra sale dello 0,33% a 7.442,51 punti nel giorno della pubblicazione dei dati sul Pil del Regno Unito, calato dello 0,1% a maggio. Segno positivo per l’Ibex di Madrid che avanza dello 0,25% a 9.477,50 punti.

A fermare la corsa non serve nemmeno la diffusione dei verbali della Bce da cui emerge che la corsa dei tassi non si è ancora fermata. Nella riunione del Consiglio direttivo Bce del 14-15 giugno scorso “un consenso molto ampio” ha sostenuto l’aumento del costo del denaro di 25 punti base proposto dal capoeconomista Philip Lane. Nei verbali si legge inoltre che “inizialmente è stata anche espressa una preferenza per l’aumento dei tassi di interesse di riferimento di 50 punti base in considerazione del rischio che l’inflazione elevata diventi più persistente. È stato posto l’accento sull’importanza di attenersi a un approccio dipendente dai dati, riunione per riunione, in un ambiente incerto, in particolare poiché i tassi si stavano avvicinando a un possibile livello di picco”.

Fra quanti sono convinti che ormai siamo vicini allo stop c’è il governatore Visco. «Abbiamo deciso di procedere volta per volta con l’aumento dei tassi. Tenendo presente che ci sarà un punto in cui bisognerà aspettare gli effetti – ha detto nel corso di un’intervista a Sky Tg 24 -. Penso che non siamo lontani. Entro fine anno? Sicuramente». L’Italia, attraverso Fabio Panetta (il membro del direttivo Bce che in autunno diventerà governatore) chiede prudenza alla Bce.

Per un Paese molto indebitato come il nostro far salire i tassi d’interesse è sempre un problema. Ed ecco perché, secondo Visco «è giusto tenere un orientamento restrittivo» per tornare a prezzi stabili ma «bisogna essere attenti e cauti». Il rischio, infatti non è trascurabile: cercando di congelare i prezzi la Bce potrebbe raggiungere il risultato poco desiderabile di congelare la ripresa. «Noi manterremo questa restrizione per un po’. Finché non ci sarà effettivamente un ritorno alla stabilità dei prezzi – ha spiegato Visco -. Credo sia giusto ma bisogna essere prudenti e pazienti perché gli effetti della politica monetaria si vedono nel tempo».

Attenzione massima al Pnrr che sta incontrando delle difficoltà. La terza rata che doveva essere versata a dicembre è ancora congelata e la quarta, prevista per l’estate è ancora lontana. Secondo Visco bisogna recuperare il tempo perduto. «Abbiamo fatto delle stime – ha affermato il governatore – da cui è emerso che con questo programma pienamente in atto avremmo un prodotto complessivo del nostro paese più alto di 2 punti percentuali nel 2026»,. Bisogna tenere presenti due elementi: gli investimenti privati e «una spina sulla produttività che dovrebbe venire sia dalle riforma ma anche dall’innovazione e da ciò che viene concesso alle imprese per innovare e ridurre il gap tecnologico».

Questo, secondo il governatore, «porterebbe le nostre stime a un ulteriore aumento del prodotto, tra 3 e 6 punti percentuali, fino al 2026». Si tratta di «un effetto indotto importante, per questo non bisogna abbassare la guardia, bisogna fare quello che il programma aveva e ha ancora come obbiettivo», sottolinea Visco. «Ci possono essere revisioni legate a prezzi diversi, discussioni con la Commissione, ma la Commissione fa un lavoro utile, di verifica», ha ricordato il governatore. «Ma il primo che deve fare il vero lavoro di verifica siamo noi stessi, il governo», ha aggiunto. «Il Pnrr rappresenta una innovazione straordinaria e questo programma europeo nel modo di concepire le relazioni tra paesi, se avremo successo, sarà la prima pietra per una maggiore integrazione anche delle politiche economiche».

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