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Fanno discutere le azioni giudiziarie (leggi querele) annunciate da Bardi per le dichiarazioni di Di Maggio sul caso Postiglione

POTENZA – Non ci sta a passare per qualcuno che fa «affari» con un imprenditore raggiunto da un’interdittiva antimafia. Ma sui rapporti con l’imprenditore in questione, quale che ne sia la natura, nemmeno una parola.
È questa la linea sposata dal governatore Vito Bardi dopo l’esplosione del caso Postiglione. Con le rivelazioni sulla stampa a proposito delle commesse affidate da Regione e aziende sanitarie regionali come l’Asm, ad imprese riconducibili o comunque collegate al discusso editore potentino.

Quindi l’interrogazione del consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Gianni Perrino, e il fuoco amico di un esponente della Lega come l’ex senatore Tito Di Maggio, materano d’adozione ma siciliano d’origine. Nonché fratello di un noto magistrato antimafia come il compianto Francesco Di Maggio.
Dopo le parole dell’ex parlamentare il governatore ha parlato di «accuse infondate ma molto pesanti e sicuramente lesive della mia persona e della mia immagine».

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CASO POSTIGLIONE, BARDI NON CI STA E ANNUNCIA QUERELE

Quindi ha annunciato di aver dato mandato ai suoi legali «di agire nelle sedi opportune». Perché: «la legittima critica, anche estrema, fa parte delle regole di ogni democrazia». Mentre: «le accuse gravi e volgari (…) oltre a essere infondate (e legate a motivi futili, come si evince dall’articolo), meritano una risposta ferma nelle sedi giurisdizionali, a tutela della mia storia personale e professionale al servizio della Repubblica italiana. E anche per ristabilire un limite che non bisogna mai oltrepassare».

Nei prossimi mesi, insomma, è possibile che il caso Postiglioni approdi in un’aula del Tribunale di Potenza. Con tutti i sospetti che si porta dietro su un possibile aggiramento della normativa antimafia, e in particolare del divieto di intrattenere rapporti con aziende colpite da interdittiva, a favore del gruppo editoriale capeggiato dall’imprenditore potentino. Un gruppo che in tempi recenti si è avvicinato non poco, politicamente, all’amministrazione regionale guidata dal governatore Vito Bardi, e ne è stato celebrato dalla stessa amministrazione con l’intitolazione della sala stampa attigua al parlamentino lucano al discusso capostipite, Bonaventura Postiglione, candidatosi come governatore nel 2000 con i neofascisti di Forza Nuova.

LE INTERDITTIVE ANTIMAFIA CONTRO LE SOCIETÀ DI POSTIGLIONE

Le ultime interdittive antimafia spiccate dal prefetto di Potenza nei confronti di 3 società del gruppo Postiglione risalgono a marzo. Alla base ci sono le relazioni pericolose intrattenute in tempi più o meno recenti dal patron, e il processo in cui è tuttora imputato per un presunto porno-ricatto ai danni di un assessore del Comune di Potenza.

Nelle scorse settimane l’attenzione sul caso si era riaccesa a causa dell’assegnazione di una commessa commessa da 38mila euro dall’Azienda sanitaria di Matera, per una “campagna di comunicazione” e il “piano media e social” alla Agi srl di Teramo, società gemella della Agi srl di Potenza, del gruppo Postiglione, sottoposta a interdittiva antimafia una prima volta nel 2019 e poi a marzo di quest’anno.

Tra le circostanze documentate dal Quotidiano a riprova del collegamento tra le due Agi srl, entrambe comunque in relazioni affari con altre società ed iniziative riconducibili al gruppo editoriale Postiglione, spicca in particolare la procura allegata all’ultimo bilancio della Agi srl di Teramo, in cui Giuseppe Postiglione viene indicato come delegato per il deposito del bilancio stesso. Mentre il verbale dell’assemblea dei soci, pure allegato al bilancio, risulta redatto e sottoscritto da una dipendente di Radio Potenza Centrale. Proprio la radio del gruppo Postiglione, da cui è nata, 50 anni orsono, l’avventura imprenditoriale della famiglia di editori potentini.

LE VARIE COMMESSE AFFIDATE ALLA AGI SRL DI TERAMO

Più di recente, rispondendo a un’interrogazione di Perrino, anche il dipartimento Agricoltura della Regione, ha ammesso di aver affidato una commessa alla Agi srl di Teramo. Un pagamento per un ulteriore affidamento pubblicitario da 2.600 euro alla Agi srl di Potenza risulta emesso, a gennaio, da parte degli «uffici di diretta collaborazione del presidente della giunta regionale».

Nel 2022, invece, 3 le commesse pubblicitarie della Regione Basilicata pagate alla Agi srl di Teramo, dal dipartimento Ambiente, del valore un 20mila euro. Altre 3 per 12mila euro di valore, invece, erano state affidate alla Agi srl di Potenza dal Dipartimento attività produttive. Una sola, invece, la commessa regionale pagata alla Agi srl di Teramo nel 2021, da 740 euro. Contro le 4 da circa 20mila euro a favore della “gemella” potentina.

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