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Vigili del fuoco alle prese con un incendio (foto archivio)

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REGGIO CALABRIA – Non ce l’ha fatta Sebastiano Lazzarino, l’uomo che, coraggiosamente e con la forza della disperazione, dieci giorni fa aveva cercato invano di salvare la vita di suo suocero, novantaseienne allettato, circondato dalle fiamme del vasto incendio che il 25 luglio a Cardeto ha avvolto gran parte delle campagne devastando il territorio (LEGGI LA NOTIZIA). Lazzarino, dopo dieci lunghi giorni di agonia e con il corpo coperto dalle ustioni per oltre il 70%, è venuto a mancare nel centro grandi ustionati di Napoli dell’ospedale Cardarelli, dove era stato trasportato, già gravissimo, dopo un primo ricovero al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria.

Gli incendi in Calabria hanno quindi già fatto le prime due vittime, gettando in un profondo dolore un’intera famiglia che ha visto inghiottiti dalle fiamme due dei propri componenti e nella costernazione una comunità laboriosa, come quella di Cardeto, che sta ancora tentando di riparare i danni di quel maledetto rogo, di sicura origine dolosa.

Quel giorno Sebastiano Lazzarino si è lanciato tra le fiamme nel tentativo di salvare dall’incendio l’anziano suocero Diego Aquilino, uno dei grandi vecchi della comunità stimato e benvoluto da tutti anche per via della sua capacità di animare l’antico borgo. Lazzarino insieme alla moglie, figlia di Aquilino, hanno provato a raggiungere l’uomo ma le fiamme, troppe e troppo alte, hanno loro impedito di avvicinarsi al letto dell’anziano. Ciononostante hanno riportato insieme ad un altro abitante di Cardeto ferite da ustioni così gravi da essere ricoverati d’urgenza al Gom.

Qui, mentre si constatava il decesso di Aquilino, il più grave dei feriti appariva proprio Lazzarino, per il quale, già qualche minuto dopo il ricovero si predisponeva la partenza verso il più attrezzato centro grandi ustionati di Napoli all’ospedale Cardarelli. Ma le ustioni di Lazzarino erano troppo gravi per poter sopravvivere e l’uomo è spirato dopo giorni di agonia. Una lunga scia di dolore per la quale chi pagherà?

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