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Papa Francesco

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Sahara e Mediterraneo, per Papa Francesco i cimiteri dei disperati, il grido del Pontefice per l’accoglienza dei migranti

Il Sahara, uno sterminato cimitero a cielo aperto. Il Mediterraneo, un profondo sepolcro. E gli hotspot come Lampedusa, dei lager sotto le mentite spoglie di centri di accoglienza. Ecco perché bisogna dire “no ai respingimenti e no all’emergenza”, due parole che alimentano paure collettive e rifiuto dell’altro. Più che un semplice appello, è un grido per l’accoglienza “equa e regolare” quello che Francesco indirizza tanto all’Europa quanto ai singoli governi nazionali che dietro la difesa dei propri confini nazionali celano in realtà un “nazionalismi antiquati e belligeranti”.

Il Papa sceglie non a caso Marsiglia “porta e finestra sul Mediterraneo” per concludere la settimana degli Incontri mediterranei (Encontres mediterraneens) con un richiamo imponente ai decisori politici sulle troppe ferite aperte dell’immigrazione. E non teme di irrompere nella controversa attualità politica. “Chissà se avrò il coraggio di dire tutto quello che devo dire”, aveva confidato Francesco sul volo di andata. E invece no, il coraggio lo ha avuto fino in fondo per sferzare quei governi che dietro l’allarme per “l’emergenza” e la conseguente necessità dei “respingimenti” celano in realtà il rifiuto del diverso.

PAPA FRANCESCO, IL SAHARA, IL MEDITERRANEO E I MIGRANTI

Cinque sponde per trenta Paesi che vi si affacciano è il Mediterraneo, quel Mare Nostrum divenuto progressivamente “una immensa tomba”. Ragione di più, rilancia Bergoglio: “La soluzione non è respingere”. E’ una chiamata di corresponsabilita’ tanto per i singoli Paesi quanto per l’Europa: perché “chi rischia la vita in mare non invade ma cerca accoglienza”. Il Papa riconosce che “Cipro, Grecia, Malta, Spagna e Italia” accolgono la maggior parte dei migranti. “Certo – sottolinea Francesco – sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà nell’accogliere, proteggere, promuovere e integrare persone non attese, però il criterio non può essere il mantenimento del proprio benessere bensì la salvaguardia della dignità umana”.

Perciò “contro la terribile piaga dello sfruttamento di esseri umani, la soluzione non è respingere ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari, sostenibili grazie a una accoglienza equa da parte del continente europeo nel contesto di una collaborazione con i Paesi di origine. Perché – rimarca ancora il Papa – dire “basta” ,invece, è chiudere gli occhi. E tentare ora di salvare sé stessi si tramuterà in tragedia domani” Parole che dal Palais du Pharo marsigliese, dove Bergoglio è arrivato sottobraccio con il presidente francese Macron, investono tutti coloro che con il fenomeno migratorio si confrontano da sempre come il presidente della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara e tra le voci più ascoltate da Bergoglio. Perego, che abbiamo contattato a Ferrara, definisce un “deja vu” i dieci punti avanzati dalla presidente della Commissione europea Von der Leyen.

“Non una parola sulla libera circolazione dei minori non accompagnati in Europa. E quanto allo specifico dell’Italia Rimarca: “Le azioni annunciate dal governo italiano sono fumo che confonde e non aiuta ad affrontare i problemi: accoglienza diffusa e tutela del diritto alla protezione temporanea. I Cpr sono luoghi lager senza tutele”. Per concludere che “l’Italia e l’Europa vogliono diventare una fortezza e non una casa comune”.

IL FENOMENO MIGRATORIO COME OPPORTUNITÀ

Ragione di più per affrontare il fenomeno migratorio anche in termini di opportunità e di risorsa come invita a fare su questo giornale il professor Patrizio Bianchi, economista di caratura internazionale e cattedra Unesco Educazione, crescita e uguaglianza. “Attenzione –avverte Bianchi – perché il fenomeno, per quanto devastante, è solo una minima espressione della trasformazione e crescita demografica in corso in Africa. Questo incremento va contestualizzato e concretizzato nell’ immissione di nuove forze giovani per potere continuare a garantire all’ Europa quella crescita e quei livelli di welfare che abbiamo acquisito”.

Il Mediterraneo dunque come laboratorio di innovazione e, a un tempo, motore di crescita dei Sud nell’ottica del “mondo rovesciato”. Sempre che quanti approdano sulle nostre sponde del Mare Nostrum siano considerate – per richiamare papa Francesco – davvero persone. E non vuoti a perdere.E che ora, per di più , per essere liberi dovrebbero pagare cinquemila euro.


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