X
<
>

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti

Share
4 minuti per la lettura

Il governo prepara una manovra economica “light”, inferiore nelle dimensioni perfino alla prima dell’esecutivo a guida centrodestra, quella varata in fretta e furia nel 2022 con una dote di 35 miliardi. Tempi diversi. Nel 2024, infatti, bisognerà fare i conti con le nuove regole del Patto di Stabilità. E, soprattutto, con una congiuntura economica che continua a impensierire il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Così, al ministero dell’Economia, si sta ragionando su una Legge di Stabilità che potrebbe attestarsi fra i 25 e i 30 miliardi di euro, dieci in meno rispetto alle richieste nel frattempo arrivate dai partiti. Ieri, è stato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a dettare la linea del “rigore” sui conti pubblici, lanciando un messaggio diretto ai suoi alleati di governo: “Abbiamo di fronte la legge di bilancio, con poche risorse da spendere grazie ai nostri predecessori che hanno gettato dalla finestra miliardi per tentare di comprare il consenso dei cittadini. Le risorse verranno concentrate sulle nostre priorità, a partire dalla difesa del lavoro e dei salari, dalla sanità e dalla natalità”.

Il che, tradotto in soldoni, significa che nella prossima legge di Stabilità ci sarà sicuramente la proroga per il 2023 del taglio del cuneo fiscale, che ha portato circa 100 euro in più al mese per i redditi fino a 35mila e che costa più o meno dieci miliardi. Altri due miliardi (sui 4 richiesti dal ministro della Salute) rimpingueranno la dote del nostro sistema sanitario. Infine, il pacchetto di misure destinato alle famiglie, con l’aumento dell’assegno dal secondo figlio in su e gli incentivi per l’assunzione delle neo-mamme. In tutto, altri 2-3 miliardi.

A questo punto c’è solo lo spazio per le cosiddette “spese incomprimibili”, dagli enti locali alle missioni di pace fino alla vacanza contrattuale del Pubblico Impiego. Sarebbero ridimensionati, invece, gli interventi sulla riforma fiscale, se non nei limiti delle coperture che saranno individuate con il taglio alle Tax Expenditures (incasso previsto, 4 miliardi). Mentre per le pensioni non si potrà andare oltre alla conferma di quota 103 (costa 900 milioni) e all’ampliamento della platea di Opzione-Donna. L’idea è quella quella di togliere il paletto dei figli per le lavoratrici che usufruiscono ora dell’agevolazione (caregiver, invalide e licenziate o lavoratrici di aziende in crisi). Anche senza uno o due figli queste tre categorie potrebbero, dunque, ottenere l’uscita dal lavoro già a 58 anni.

Sempre sul fronte della previdenza, fra le ipotesi dell’ultima ora anche quella di una staffetta generazionale, un intervento uscito dal Ddl sul Made in Italy proprio per problemi di copertura e che potrebbe rientrare nella legge di Stabilità. Nella sua prima versione si prevedeva che le aziende con almeno 50 unità potessero stipulare un contratto di due anni con un lavoratore ancora in pensione da non più di 24 mesi che si impegnasse a svolgere un’attività di tutoraggio nei confronti di un neo assunto under 30 (o under 35 se laureato). La staffetta potrebbe riguardare anche chi è a pochi anni dalla pensione e che può convertire il suo rapporto di lavoro in uno “part time”, conservando i contributi pieni. La differenza sarebbe a carico dello Stato. Per i giovani potrebbero essere anche inseriti fondi per facilitare il riscatto della laurea.

Resterebbero fuori, comunque, molte delle cosiddette “misure-bandiera” dei partiti, dall’avvio della flat tax all’aumento delle pensioni minime fino a mille euro. Mentre è tutto da costruire il capitolo del “bonus benzina”, che il ministro del Made in Italy e delle Imprese vorrebbe erogare con la formula di una “social card” da destinare ai redditi meno ricchi. Nei collegati alla manovra ci saranno, invece, tre disegni di legge destinati esplicitamente al mondo produttivo: blue economy, space economy, block chain e intelligenza artificiale.

Tutto dipenderà, però dalle risorse che il ministero dell’Economia riuscirà a trovare per il 2024. Il rallentamento del Pil e, soprattutto, la “bomba” del Superbonus rischiano di far lievitare di almeno un punto il deficit di quest’anno, portandolo a ridosso del 6% e rendendo più problematico l’obiettivo del 3,7% previsto per il 2024. Tanto che già si parla di una richiesta di un’ulteriore sforamento, una tantum, fino al 4% che libererebbe almeno una decina di miliardi. Una mossa che potrebbe essere giustificata dalle situazioni eccezionali legate al ciclo economico. Ma che rischia di non essere digerita da tutti i partner europei, a cominciare dai Paesi più rigoristi.

Sul fronte coperture, poi, si è aperto ieri anche un altro fronte, con i dubbi del Servizio bilancio del Senato sul decreto Tim e sui 2,5 miliardi necessari per l’ingresso del Mef nella Netco della rete. Toccherà al Mef chiarire se la cifra avrà un impatto solo sul 2023 o in parte anche sul 2024.

Nel frattempo non mancano le polemiche. Ieri il leader della Cgil, Maurizio Landini è tornato a minacciare uno sciopero generale nel caso in cui nella Finanziaria non venissero accolte le richieste sindacali. Di tutt’altro avviso il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra: “Annunciare oggi uno sciopero generale è prematuro perchè rischia di bruciare le relazioni sindacali con il governo. Ci sono tanti tavoli ancora aperti e si possono reperire ulteriori risorse”.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE