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MELFI – L’adesione alla giornata di sciopero è stata massiccia, sia nello stabilimento Stellantis che nell’indotto. La protesta promossa dalle organizzazioni sindacali – Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic e Uglm -, cui si è aggiunta anche la Fiom Cgil, ha registrato una risposta forte da parte dei lavoratori, a 19 anni dall’ultima volta che erano state incrociate le braccia allo stabilimento di Melfi. Si calcola tra l’80 e il 90 per cento, di adesioni.

«L’ampia adesione allo sciopero testimonia l’urgenza di fare chiarezza sui futuri obiettivi produttivi di Stellantis per il plant di Melfi e a cascata per l’indotto e le aziende della logistica – rimarcano in una nota Fim e Cisl -. Le interlocuzioni al tavolo nazionale per il futuro del comparto automotive non hanno ancora prodotto la risposta auspicata dalle forze sindacali sulla programmazione produttiva dei futuri cinque modelli elettrici che Stellantis intende produrre a Melfi. È venuto il momento di definire una roadmap chiara e un percorso definito che offra certezze e garanzie ai lavoratori e alle loro famiglie.

Un obiettivo che da oggi intendiamo perseguire con ancora maggiore determinazione. Per questo – proseguono Fim e Cisl -nel documento che abbiamo condiviso unitariamente al termine del presidio, sollecitiamo un’assunzione collettiva di responsabilità a Stellantis, Governo e Regione Basilicata e auspichiamo la convocazione urgente del tavolo permanente con l’obiettivo di pervenire ad un accordo congiunto con i sindacati in grado di restituire serenità e fiducia nel futuro a migliaia di lavoratori e alle rispettive famiglie».

Presente al presidio anche il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo: «È importante ribadire a Stellantis che i patti si rispettano e dire al Governo che i tavoli sono utili se producono risultati concreti in termini di politiche e investimenti per il settore. Qui a Melfi si gioca il futuro di tutta la nostra regione la cui economia dipende fortemente dalla presenza di questo importante sito industriale.

A livello globale – ha aggiunto il segretario della Cisl lucana – il settore automotive sta attraversando una fase di trasformazione epocale che non ha precedenti. Davanti a questo radicale cambio di paradigma della mobilità serve una risposta condivisa fatta di strategie industriali chiare e socialmente responsabili e serve una politica industriale che non sia un ripiego verso posizioni di retroguardia che significherebbero la fine del settore automotive in Italia. La transizione verso la mobilità elettrica è una sfida che va accompagnata con investimenti concreti su occupazione, filiere, ricerca e sviluppo. Senza questi investimenti – ha concluso Cavallo – l’obiettivo del milione di vetture che il Governo si è dato nelle interlocuzioni con Stellantis rischia di essere irrealistico».

Oltre ai tanti lavoratori con le magliette bianche della Fim Cisl, davanti all’ingresso B dello stabilimento Stellantis di Melfi, ieri mattina, anche tanti metalmeccanici vestiti di blu, quelli della Uilm Uil. Che non hanno avuto parole dolci nei confronti della Regione e del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

«Lo sciopero è stato dichiarato in seguito alle mancate risposte di Stellantis sui cinque modelli da produrre a Melfi e sulla mancata risposta della Regione Basilicata alla richiesta sindacale di convocare un tavolo per l’automotive indispensabile a salvaguardare le innumerevoli aziende dell’indotto – ha scritto in una nota la Uilm -. Il tavolo convocato dal ministro Urso, anziché aiutarci a chiarire il destino dell’area industriale di Melfi, incredibilmente si sta rivelando di impedimento. A Melfi non c’è più tempo, bisogna rimettere al centro il buon lavoro fatto finora delle organizzazioni sindacali».

La Uilm Uil lucana ha quindi aggiunto: «La Regione Basilicata, che ha annunciato più volte di avere interlocuzioni con Stellantis, non può sottacere alle innumerevoli richieste di incontro ma deve convocare immediatamente un tavolo affinché si possa definire un Patto per Melfi. Continueremo a lottare – ha concluso la sigla sindacale – e a chiedere accordi che definiscano in modo chiaro il futuro dello stabilimento Stellantis di Melfi, dell’indotto e della logistica, per la salvaguardia del lavoro e dei lavoratori».

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