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Un vero e proprio quello inferno vissuto dalla ex moglie di Arena, arrestato a Rosarno assieme al figlio: «Mi dicevano – racconta – “per te è già pronta la ruspa”, intendevano che mi avrebbero uccisa e seppellita»

ROSARNO – Potrebbe avere nuovi risvolti anche nel prossimo futuro l’operazione dei Carabinieri che stamattina ha portato all’arresto di Mimmo Arena e del figlio Rosario a Rosarno (LEGGI). I due sono accusati di reati pesantissimi che vanno dall’associazione a delinque di stampo mafioso, alle estorsioni, alle minacce, al traffico internazionale di droga. E tra le storie di questa indagine svolta a Rosarno, emerge quella di una donna, moglie di Rosario Arena. Una donna che ha provato a uscire dalla famiglia. Si è separata dal marito e ha pagato con minacce spaventose che le venivano fatte arrivare persino attraverso i figli, rischiando anche la vita.

Mimmo Arena è cognato di Vincenzo Pesce dettu “u Pacciu” per il suo carattere irascibile. Un boss autorevole che ha gestito la leadership della cosca di ‘ndrangheta di Rosarno. Quello che ha imposto la nomina a capo Crimine di Mico Oppedisano. Minacciando i Pelle di San Luca e le altre famiglie di Reggio Calabria, di una possibile scissione se al vertice dei tre mandamenti non fosse stato scelto il suo compaesano Oppedisano. 

LA CRESCITA DELLA FAMIGLIA ARENA ALL’INTERNO DELLA CERCHIA DEL CLAN

Mimmo Arena grazie a questi rapporti ha cresciuto la sua famiglia guadagnando posizioni negli ambienti criminali di Rosarno riuscendo – secondo i collaboratori di giustizia – a creare una sua piccola “coschicella” autonoma anche se legata ai Pesce. E faceva affari, controllava il suo territorio con la forza e gestiva direttamente persino le estorsioni alla “Fattoria della Piana” una cooperativa che allega bovini e produce formaggi di eccellenza nel territorio di Candidoni a due passi da Rosarno. 

Mimmo Arena lì era il guardiano tutto fare. Un uomo potente che è riuscito anche a farsi dare negli ultimi 18 anni dall’amministratore della cooperativa, il pagamento di somme periodiche “come prezzo della possibilità di svolgere l’attività di impresa”. Il titolare della “Fattoria della Piana”, in sostanza, doveva consegnare a Rosario Arena una sorta di stipendio mensile comprensivo di tredicesima nel periodo delle festività natalizie. Una parte dei guadagni, poi, dell’attività di ristorazione e della produzione di biogas sarebbero stati versati agli altri figli di Domenico Arena. Questi avrebbe ottenuto pure un paio di assunzioni di persone che godevano della sua protezione. 

LA ROTTURA: LA MOGLIE DI ROSARIO ARENA LASCIA LA FAMIGLIA E DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROSARNO

Ma anche nella famiglia Arena si sono verificate delle crepe quando la moglie di Rosario decide di abbandonare il marito. La donna, praticamente rapita giovanissima davanti a scuola per poi andare in sposa a Rosario Arena, ha subito più volte minacce. Costretta quindi a denunciare tutto ai Carabinieri della tenenza di Rosarno. La ex moglie di Rosario ha raccontato le angherie subite dalla famiglia del marito dopo che ha deciso di interrompere la loro relazione. Secondo gli inquirenti, mentre era ancora detenuto, attraverso i figli, Rosario Arena avrebbe detto alla donna che, una volta scarcerato, “avrebbe sistemato tutto”. 

Suo padre Domenico Arena, invece, utilizzando un falso profilo Facebook, avrebbe pubblicato frasi pesantissime sulla bacheca della ex nuora. L’uomo avrebbe scritto: ”dovrai morire di fame” e, successivamente, in uno scambio di messaggi “le offriva la somma di 100mila euro se fosse tornata a vivere con il figlio”. 

“Della famiglia Arena – ha dichiarato la vittima ai pm – so che non hanno mai lavorato onestamente. Già durante la mia vita matrimoniale ho subito numerose volte minacce del mio ex suocero e dal mio ex marito, che mi hanno più volte detto che per me era già pronta la ruspa, volendo intendere che mi avrebbero appunto uccisa e seppellita. Quando ho lasciato Rosario (l’ex marito, ndr), il 13 novembre 2018, Arena Domenico, il mio ex suocero, mi ha detto che sarebbe venuto sotto casa, avrebbe distrutto tutto e ci avrebbe uccisi”. 

Gli inquirenti hanno anche accertato come gli Arena avessero minacciato un medico che riceveva pazienti presso la Clinica Villa Elia di Cinquefrondi a redigere un falso certificato medico per consentire ad un indagato di eludere il carcere

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