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La statua del Cristo di Maratea

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MARATEA – Daniele Stoppelli, sindaco di Maratea, non ci sta e replica anche duramente alla nota divenuta virale di Pietro Simonetti circa il pericolo di crollo della statua del Cristo Redentore, lanciato dallo stesso esponente del Centro studi e ricerche economiche (Cseres). Nel corso di una lunga intervista che ci ha concesso, il primo cittadino ha affermato come la struttura del simbolo Perla del Tirreno sia «solida» e non corra il rischio ipotizzato da Simonetti, invitato ad «informarsi prima di scrivere». Il sindaco di Maratea Stoppelli, poi, ci ha anche spiegato quale tipologia di intervento intenda realizzare sul Cristo e ha risposto circa la petizione lanciata via internet.

Sindaco Stoppelli, il Cristo, simbolo di Maratea, rischia di crollare?

«Ma assolutamente no, la struttura è solidissima. Non scherziamo. Ma se davvero ci fosse questo rischio saremmo già intervenuti perché facciamo continui sopralluoghi, invece c’è un allarmismo come fossimo all’anno zero. Tra l’altro, le foto diffuse sono di repertorio in quanto antecedenti il restauro operato dall’amministrazione comunale precedente la mia (sindaco Cipolla, ndr). Il vero problema è invece rappresentato dall’impianto parafulmine per la cui sostituzione, nel 2014, la Regione, guidata allora da Marcello Pittella, aveva destinato 380mila euro con sindaco Mario Di Trani. Per l’adeguamento, però, l’amministrazione successiva ne ha utilizzati solo 130mila e, essendo stata impiegata una tecnica invasiva, erano state anche bucate le braccia e la testa: e questo non lo dico io ma Chiara Rivetti, da presidente della Fondazione Cristo Redentore. Per risolvere il problema del parafulmine abbiamo chiesto di intervenire al presidente Bardi, e a tutte le istituzioni competenti, per finanziare il progetto con circa un milione di euro. I fondi necessari sono entrati nella programmazione della Regione Basilicata, sono nelle priorità della Direzione generale della Programmazione e verranno stanziati a breve».

Quindi non ci sogno segnali di cedimento?

«No, nemmeno delle mani o delle dita: quello che ha scritto Simonetti non corrisponde al vero, ripeto che sono immagini datate. Tra l’altro, abbiamo fatto un gemellaggio con Rio De Janeiro proprio sulle capacità tecniche di manutenzione di un monumento di tali dimensioni; abbiamo portato gli atti di progettazione e costruzione della statua in tutte le università italiane ed abbiamo ricevuto consensi ovunque. Ma, all’improvviso, arriva qualcuno ad affermare l’instabilità del Cristo affermando una totale assurdità. Dato che il progettista è il medesimo, sarebbe come sostenere di punto in bianco che, a Potenza, il ponte Musumeci stia per cadere».

Anche il dito danneggiato che si vede in una delle foto è stato già restaurato dalla vecchia amministrazione?

«Sì, ma ripeto che bisogna intervenire sul parafulmine poiché siamo in una zona di mare ed è necessario. Ma, al contrario, chi mi ha preceduto, sbagliando, ha deciso di risparmiare proprio su questo. Noi vogliamo sostituire l’intero impianto con il migliore che ci sia in commercio. Inoltre, tra le varie problematiche ereditate dal passato c’era stata anche una tinteggiatura con il “Ducotone” che ha fatto formare una patina e, per rimuoverla, abbiamo dovuto affrontare una spesa ingente. Ma a chi lo spieghiamo? Noi, invece, abbiamo l’umiltà di capire la necessità di affidarsi ad esperti poiché, gli interventi negativi, provocano conseguenze che pesano tanto anche sul piano economico».

Stoppelli, alla luce di quanto ci sta dicendo, come spiega l’uscita di Simonetti sul Cristo di Maratea?

«Ma perché ha il dente avvelenato per la Pamafi (piana di Castrocucco, ndr), come del resto anche io ho il dente avvelenato per lo stesso motivo poiché è un’area che vorrei fosse oggetto di sviluppo e condivido questa preoccupazione in quanto, la Regione, ancora non è entrata in possesso della zona e questo ne ostacola la crescita. Su alcune cose la visione di Pietro può essere condivisa, ma è sulle questioni relative al Cristo che lui non sa, per cui, prima di parlarne, dovrebbe informarsi poiché è facile immaginare l’effetto negativo su Maratea se si apprende via internet del pericolo di crollo del Cristo. Una cosa del genere non può essere affermata da nessuno e, soprattutto, da uno come lui che ha fatto politica ed a quel livello. Anche perché si genera un procurato allarme, che sarebbe pure reato. Dopodiché, se venisse da me a chiedermi le mie intenzioni sulla Pamafi, gli risponderei di essere pronto a dare battaglia anche assieme a lui. Tuttavia, prima di una simile uscita, mi sarei aspettato mi avesse fatto una telefonata per capire come stessero le cose oppure mi avrebbe potuto chiedere gli atti. Ma ha deciso di scrivere, senza farlo».

In merito alla petizione lanciata via internet, cosa vuole rispondere?

«Già l’ho fatto inviando una lettera al promotore. Premetto che sicuramente apprezzo che da parte della gente sia alto l’interesse verso ogni tematica di rilevanza per la comunità ma, anche qui, perché non venirne prima a parlare con me? In questo modo avremmo anche potuto scrivere la petizione assieme e in maniera più articolata. Quindi, innanzitutto, invito ognuno a documentarsi bene prima di agire, e, soprattutto, chiedo di fare insieme le cose in modo da evitare buchi nell’acqua e brutte figure».

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