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La protesta dei dipendenti della Serravalle energy

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CUTRO (CROTONE) – Protesta ad alta quota di un gruppo di 15 dipendenti della Serravalle Energy, società proprietaria della centrale biomasse di Cutro: sono saliti sulla sommità della ciminiera di 52 metri per il mancato pagamento degli stipendi dallo scorso febbraio, per il mancato riconoscimento della cassa integrazione da parte dell’Inps e, soprattutto, per la mancanza di certezze sul loro futuro. La protesta arriva a pochi giorni dal dissequestro della società e dalla riconsegna ai proprietari, imputati nel processo scaturito dall’inchiesta Black Wood, con l’estromissione dell’amministrazione giudiziaria che aveva ottenuto la riammissione nella white list. Proprio dopo una lunga trattativa con l’amministrazione giudiziaria, il Gse aveva riavviato gli incentivi che i lavoratori della Serravalle Energy tanto aspettavano.

Dopo il parere favorevole della Dda e del gup distrettuale di Catanzaro al ripristino della misura di sostegno, che era stata sospesa in seguito all’inchiesta, era stato annullato dal Gse il provvedimento che rischiava di determinare il licenziamento collettivo di 50 lavoratori. Adesso c’è chi teme che con il rientro dei proprietari, imputati in un procedimento di mafia, si possa mettere a repentaglio il contributo che avrebbe consentito la ripresa della produzione e il mantenimento in vita dell’impianto.

La centrale a biomasse di Cutro è ferma dallo scorso novembre. L’amministrazione giudiziaria, per mancanza di liquidità, non ha potuto anticipare la cassa integrazione che nel frattempo è stata rifiutata dall’Inps in quanto non sussisterebbero i criteri per lo stato di crisi. Da qui l’azione eclatante di 15 dipendenti che si sono spinti fino al camino fumi della centrale di Cutro annunciando che scenderanno soltanto quando avranno la certezza del pagamento degli stipendi arretrati. Non sanno neanche con chi prendersela, in questa fase, perché l’amministrazione giudiziaria non ha più competenza e la vecchia proprietà sta riacquisendo ora possesso degli impianti. Ma di una cosa sono certi: «E’ finito il tempo delle chiacchiere».

Sul posto si sono precipitati gli amministratori giudiziari e il giudice del Tribunale di Catanzaro Mario Santoemma che hanno incontrato i sindacalisti Francesco Gatto della Cgil, Francesco Timpano della Cisl e Vincenzo Celi della Uil assicurando, documenti alla mano, che a breve saranno corrisposti emolumenti relativi a un mese e mezzo di cig. Intanto, sono arrivati anche i vigili del fuoco del Comando provinciale di Crotone ed i carabinieri per garantire condizioni di sicurezza durante la protesta. «I lavoratori sono preoccupati per il loro futuro – dice al Quotidiano il sindacalista Gatto – con gli amministratori uscenti si era condiviso un percorso che prevedeva a giugno la ripresa della produzione, si spera che il nuovo cda che dovrà insediarsi fornisca tempi certi di avvio della centrale, che da quattro mesi non marcia e necessita di essere messa a punto sotto l’aspetto manutentivo. Vigileremo – annuncia Gatto – perché si creino le condizioni per una stabilità occupazionale».

Il nuovo cda sarà espressione dei titolari della società, Carmine e Domenico Serravalle, che sono sì imputati in un procedimento di mafia ma hanno ottenuto l’annullamento di cinque giudizi cautelari, due dei quali in Cassazione, in seguito all’esclusione di rischi di ingerenze mafiose. Il Tribunale penale di Crotone ha revocato sigilli non solo a Serravalle Energy ma anche a Serravalle Legnami e Serravalle Agricola, in accoglimento dell’istanza predisposta dagli avvocati Vincenzo Ioppoli e Francesco Verri.

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