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SARÀ Lina Sastri a inaugurare, il prossimo 19 novembre, la stagione teatrale 2013/2014. 
L’attrice partenopea porterà in scena, con sipario alle 21, al teatro Don Bosco, lo spettacolo  “Linapolina”, scritto, diretto e interpretato dalla stessa Lina Sastri.  
«Il mio nome finisce con l’inizio del nome della mia città –  ha spiegato in una nota Lina Sastri  –  il nome della mia città finisce con l’inizio del mio nome, il nome della mia città comincia con la fine del mio nome, il mio nome comincia con la fine del nome della mia città: Linapolina. Ho provato a dirlo come un unico suono, e sembra proprio di dire Napoli senza fine, di cantare “Napoli” all’infinito. E’ per questo che ho voluto chiamare così questo spettacolo, questo concerto in musica e parole dove racconto la mia terra con la sua musica immortale, infinita».
 Ed è proprio la musica la vera protagonista di  “Linapolina” nel quale Lina Sastri mescola tutto il suo talento: canto, recitazione e ballo. Uno spettacolo in cui c’è Napoli ma c’è soprattutto Lina: c’è Napoli con le sue canzoni, la sua tradizione, i suoi colori, e c’è Lina con i suoi sentimenti, i suoi ricordi, la sua poesia; ricordi che, recitati tra una canzone e l’altra, emozionano, commuovno e che fanno riflettere. Un percorso che riporta doppiamente alle origini: quelle della propria terra di appartenenza e quelle dell”intimo dei propri sentimenti,  come appunto ricorda il sottotilo dello spettacolo “Le stanze del cuore”. Quando il sipario si apre la scena è poco illuminata, quasi buia, però si intravedono subito gli otto bravissimi musicisti che accompagnano la poliedrica artista in questo magico viaggio nella canzone partenopea. Quando entra in scena è vestita con un elegantissimo abito rosso e i capelli raccolti, la musica comincia e la voce di Lina inizia a cantare i suoni di Napoli, Era de maggio, Reginella, ‘O surdato ‘nammurato, Canzone appassiunata, Tutta pe’ mme, ma non solo… c’è anche tango, fado, flamenco, tutto mescolato con arte e telento. Nella seconda parte, invece, Lina appare con un vestitino nero e con i capelli sciolti, quasi come simbolo di libertà, libera come il suo mare, il mare d’Ischia. Ed è proprio all’isola tanto amata, “stanza” del suo cuore, che dedica un monologo, un pezzo teatrale in cui descrive poeticamente, in tutti i suoi particolari, la chiesa del Soccorso di Forio. Omaggia anche la musica popolare con una interpretazione energica e scoppiettante di tre brani: La tarantella del Gargano, ,’O guarracino e Nascette mmiez’ ‘o mare, quest’ultima quasi come omaggio alla sua prima interprete, la grandissima e indimenticata Concetta Barra.
 “Linapolina” è cuore, amore, passione, ballo, colori, poesia, libertà e, soprattutto, come dice lei stessa, l’occasione per “cantare la tradizione senza limitarsi alla tradizione, cercando nella musica il teatro, guardando ad ogni canzone come a un momento di emozione da comunicare con la voce, con il canto, con il corpo, con il cuore, con l’anima”.

SARÀ Lina Sastri a inaugurare, il prossimo 19 novembre, la stagione teatrale 2013/2014. L’attrice partenopea porterà in scena, con sipario alle 21, al teatro Don Bosco, lo spettacolo  “Linapolina”, scritto, diretto e interpretato dalla stessa Lina Sastri.  «Il mio nome finisce con l’inizio del nome della mia città –  ha spiegato in una nota Lina Sastri  –  il nome della mia città finisce con l’inizio del mio nome, il nome della mia città comincia con la fine del mio nome, il mio nome comincia con la fine del nome della mia città: Linapolina. Ho provato a dirlo come un unico suono, e sembra proprio di dire Napoli senza fine, di cantare “Napoli” all’infinito. E’ per questo che ho voluto chiamare così questo spettacolo, questo concerto in musica e parole dove racconto la mia terra con la sua musica immortale, infinita». Ed è proprio la musica la vera protagonista di  “Linapolina” nel quale Lina Sastri mescola tutto il suo talento: canto, recitazione e ballo. 

Uno spettacolo in cui c’è Napoli ma c’è soprattutto Lina: c’è Napoli con le sue canzoni, la sua tradizione, i suoi colori, e c’è Lina con i suoi sentimenti, i suoi ricordi, la sua poesia; ricordi che, recitati tra una canzone e l’altra, emozionano, commuovno e che fanno riflettere. Un percorso che riporta doppiamente alle origini: quelle della propria terra di appartenenza e quelle dell”intimo dei propri sentimenti,  come appunto ricorda il sottotilo dello spettacolo “Le stanze del cuore”.

 Quando il sipario si apre la scena è poco illuminata, quasi buia, però si intravedono subito gli otto bravissimi musicisti che accompagnano la poliedrica artista in questo magico viaggio nella canzone partenopea. Quando entra in scena è vestita con un elegantissimo abito rosso e i capelli raccolti, la musica comincia e la voce di Lina inizia a cantare i suoni di Napoli, Era de maggio, Reginella, ‘O surdato ‘nammurato, Canzone appassiunata, Tutta pe’ mme, ma non solo… c’è anche tango, fado, flamenco, tutto mescolato con arte e telento. Nella seconda parte, invece, Lina appare con un vestitino nero e con i capelli sciolti, quasi come simbolo di libertà, libera come il suo mare, il mare d’Ischia. Ed è proprio all’isola tanto amata, “stanza” del suo cuore, che dedica un monologo, un pezzo teatrale in cui descrive poeticamente, in tutti i suoi particolari, la chiesa del Soccorso di Forio. 

Omaggia anche la musica popolare con una interpretazione energica e scoppiettante di tre brani: La tarantella del Gargano, ,’O guarracino e Nascette mmiez’ ‘o mare, quest’ultima quasi come omaggio alla sua prima interprete, la grandissima e indimenticata Concetta Barra. “Linapolina” è cuore, amore, passione, ballo, colori, poesia, libertà e, soprattutto, come dice lei stessa, l’occasione per “cantare la tradizione senza limitarsi alla tradizione, cercando nella musica il teatro, guardando ad ogni canzone come a un momento di emozione da comunicare con la voce, con il canto, con il corpo, con il cuore, con l’anima”.

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