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I Carabinieri, su ordine della procura di Milano, hanno arrestato in Calabria, Pantaleone Mancuso, 47 anni, elemento di spicco dell’omonimo clan di Limbadi (Vibo Valentia), detto «L’ingegnere o u «Suli», attualmente sottoposto al regime della sorveglianza speciale. L’uomo si trovava in una villa panoramica e ben protetta in località «Casa bianca», a cavallo tra il Comune di Limbadi e quello di Nicotera, dove intorno alle 21 di ieri sera i carabinieri delle due stazioni, dirette dai comandanti Tommaso Montuori e Raffaele Castelli, gli hanno notificato il provvedimento restrittivo che lo ha portato in carcere. Mancuso deve scontare una pena residua di un anno per una truffa perpetrata in tutto il territorio nazionale, aggravata dalle modalità mafiose, consumata tra il ’97 e il ’98. L’uomo era stato arrestato e processato dal tribunale di Milano e, tra indulto e detenzione preventiva, gli era rimasto da scontare soltanto un anno. Ma non è l’unico procedimento in cui è implicato Pantaleone Mancuso. Perche lo è anche in quasi tutti i processi di mafia aperti nella provincia di Vibo Valentia. Tre mesi addietro, in seguito all’eclatante agguato in cui era rimasta ferita una sua zia, sorella dei capostipite della nota famiglia mafiosa , Pantaleone Mancuso si era reso irreperibile, ma braccato dai carabinieri si era poi arreso.

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