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La violenza ha tanti volti. Violenza economica, psicologica, fisica, sessuale. Facce diverse di un unico mostro che ogni anno nel nostro paese uccide centinaia di donne, privandole della vita e dell’anima. Le pietre che hanno colpito a morte la giovane donna in Somalia nello stadio di Chisimaio sono le stesse pietre che ogni giorno uccidono tante donne sotto ogni latitudine. E sono pietre fatte di insulti, di offese, minacce che lasciano segni profondi nell’animo. La violenza è anche psicologica, economica. Due aspetti di una violenza che prima di quella fisica rendono la donna debole e dipendente. Un fenomeno purtroppo in aumento e che si annida nel luogo apparentemente più sicuro come la casa, le mura domestiche. Secondo alcune recenti statistiche la violenza domestica con il numero degli omicidi con vittime donne e minori supera quella esterna. Proprio perché subdola, mascherata, la violenza domestica è più pericolosa e più dolorosa anche perchè più difficile da denunciare. La donna viene privata prima gradualmente ma inesorabilmente della libertà di decidere, di esprimere opinioni
alla pari, di lavorare e di disporre del denaro guadagnato liberamente. Poi si può arrivare alla violenza fisica e sessuale con le quali l’uomo violento vuole imprimere il suo potere. La donna si ritrova così isolata, impaurita e spesso prova vergogna e senso di colpa come se quello che le sta accadendo possa in fondo
essere colpa sua. Per questo nasce “Sportello Donna”. Progetto pilota realizzato dalla consigliera provinciale alle Pari opportunità, Teresa Blandino in collaborazione con l’associazione “Da donna a donna”, presieduta da Sabrina Caglioti, avvocato. Il progetto è stato presentato nell’ambito di un convegno
molto partecipato svoltosi presso il Valentianum dal titolo “ La verità …che le donne non dicono”. L’iniziativa nasce dall’esigenza molto sentita di dare sostegno e ad ausilio psicologico, legale e medico a tutte quelle donne che purtroppo si ritrovano a vivere e a subire forme di violenza di tutti i tipi da quella familiare a quella sul lavoro. Molte donne infatti non hanno la forza e le risorse necessarie per manifestare la propria voce e denunciare la violenza subita. Spesso accade come ha ricordato Filippo Nicastro, questore della provincia
di Vibo Valentia, «che le forze dell’ordine si ritrovano impotenti di fronte a denunce da parte di donne che si sentono minacciate da ex mariti e compagni o familiari perchè mancano nel sistema legislativo, nonostante i grandi progressi compiuti negli ultimi anni, delle norme specifiche di prevenzione e repressione che fermino l’escalation di violenze prima che giunga a lesioni gravi o ad omicidio». Infatti come hanno ricordato Maria Stella Calzone, presidente comitato
pari opportunità del consiglio dell’ordine d egli avvocati e Sabrina Caglioti, presidente Associazione “Da donna a donna” negli ultimi anni sono state approvate delle leggi molto importanti, quasi delle pietre miliari della legislazione sul diritto di famiglia. Ricordiamo la riforma del 1975 con l’introduzione del divorzio, l’abolizione del delitto d’onore nel 1981, il riconoscimento
dello stupro come reato alla persona nel 1996. Ma ancora tanto resta da fare. Perché le donne possano essere veramente libere di essere semplicemente se
stesse. Tanto rimane da fare a livello culturale e sociale perchè prima di mogli e madri, le donne siano considerate persone, soggetti giuridici. “Sportello donna” è aperto al pubblico lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30 Al Centro per l’impiego. Telefono 0963/547825. Esperte professioniste gratuitamente offriranno la propria consulenza.

Anna Barbara Chiarella

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