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di ANNAROSA MACRI’
Tutto quello che conosco (poco) di uomini e cose non l’ho imparato da grandi
discorsi o gesti eclatanti, ma da piccoli impercettibili dettagli.
I dettagli sono di Dio, ha detto qualcuno e, se ben maneggiati, aprono mondi. Un dettaglio (e un mondo) di malinconico squallore nella versione del papà di Noemi della famosa serata di sua figlia con papi a Villa Madama:
“Arrivammo in treno e ci venne a prendere un’auto privata per portarci a Palazzo Grazioli. Noemi andò subito a Villa Madama… io rimasi a Palazzo Grazioli con Alfredo, il maggiordomo, con il quale vedemmo la partita dell’Italia, ricordo che era un’amichevole con la Grecia…” (Il Mattino, 26 maggio). Che cosa avrà detto il signor Benedetto (detto Elio) Letizia a sua figlia durante il viaggio della speranza? Quali raccomandazioni le avrà fatto guardandola negli occhi? Chi gli disse: no, lei alla cena, no? Neanche una partita di Coppa quella sera, solo un’amichevole: ai borghesi piccoli piccoli succedono cose così, di rimanere con la servitù fuori della porta del Palazzo dell’Imperatore, e qualche volta di affidargli una figlia, “una bambina, qualcosa che assomigliava a una bambina” (Curzio Malaparte, La pelle). Il signor Benedetto (Elio) Letizia, insomma, come gli italiani. Fuori della porta, insieme alla servitù, a godere sulla parola dello splendore dell’Imperatore e delle sue promesse. I dettagli sono di Dio, ha detto qualcuno. Questo, per molti inedito, me lo raccontò una nipote di Corrado Alvaro. Arrivò una macchina, un giorno, sotto la casa romana dello scrittore, a Piazza di Spagna.La mandava il Duce in persona, per invitare, con discrezione, la signora Laura, la bellissima moglie di Alvaro, a Palazzo Venezia: così faceva con tutte le donne più belle della Capitale. Lei rifiutò, e Corrado Alvaro da allora divenne inviso al regime. Ah, i dettagli…

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