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«Il 19 dicembre 2009 saremo in tanti». Lo afferma, in una nota, Legambiente che con i circoli del territorio siciliano e calabrese in testa, «aderisce – si legge – alla manifestazione contro il ponte e sabato scenderà in piazza per manifestare contro il bluff del Ponte sullo Stretto e per chiedere, invece, le necessarie opere di riassetto idrogeologico in quelle aree tanto fragili e bistrattate, e il potenziamento del trasporto ferroviario regionale e dei servizi di traghettamento. Restituire la prima pietra al Governo, è l’obiettivo dei manifestanti, interessati alla realizzazione di ben altre opere, utili e sostenibili, nell’area dello Stretto». «I proclami bluff del Governo sull’avvio dei cantieri per la realizzazione del Ponte sullo Stretto – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – distolgono attenzione, energie e risorse ad altre necessità pressanti e non più rinviabili sulle due sponde dello Stretto. È allora opportuno ricordare che per la costruzione di quest’opera faraonica non è ancora stato presentato un piano finanziario completo ma solo un ipotetico project financing e che di vero e di concreto ci sono, al momento, solo soldi pubblici, finanziati dal Cipe e dalla Finanziaria per circa un terzo della cifra stimata utile alla realizzazione del Ponte. Fondi pubblici che anche il solo buon senso vedrebbe ben spesi per l’immediata messa in sicurezza dei territori delle province di Messina e di Reggio Calabria e per la salvaguardia dei cittadini o per la realizzazione di nuove e più moderne infrastrutture per il trasporto pendolare». Con la cifra di oltre due miliardi pubblici disponibile per il Ponte infatti, si potrebbero realizzare finalmente alcune opere necessarie al Paese come il Completamento dell’anello ferroviario di Roma e del raddoppio dei binari nelle linee FR per i Castelli, Viterbo, Guidonia (1.392 milioni di euro) e il passante ferroviario di Palermo (1.100 milioni), invece, mentre l’esecutivo destina nuovi fondi per il Ponte, viene ridimensionato il servizio ferroviario in Sicilia e Calabria, e lo stesso avviene per i servizi di traghettamento sullo Stretto. Legambiente registra dunque con soddisfazione la decisione della Regione Calabria di uscire dalla Società Stretto di Messina e invita la Regione Sicilia a seguire questa strada. «Quella del Ponte – ha concluso Cogliati Dezza – è una scelta che non guarda alle reali necessità del Paese, e che nel periodo della crisi delle banche rischia solo di trasformarsi in un cantiere infinito. Per questo, auspichiamo una ricca partecipazione alla manifestazione pacifica e popolare di sabato a Villa San Giovanni, e annunciamo la restituzione simbolica della «prima pietra» al governo nazionale»

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