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LO stadio Alfredo Viviani vale 2,3 milioni di euro e lo Stato ha deciso di dismetterlo. E’ uno dei “pezzi” del patrimonio demaniale che in virtù del federalismo fiscale dovrebbero passare agli enti locali. Ma restano ancora molti i nodi sulle modalità dell’attuazione del provvedimento e sulla qualità dei beni oggetto della dismissione. Senza contare che proprio gli enti locali, senza distinzione di colore e territorio, hanno più volte sollevato dubbi su un federalismo demaniale (emblematica la polemica sorta sul caso Dolomiti che in molti considerano un bene universale e non cedibile dallo Stato) che se da un lato prova ad alleggerire il carico sulla spesa statale, rischia di appesantire quello locale.
Da qualche giorno l’Agenzia del demanio ha messo nero su bianco la lista di fabbricati e terreni che gli enti locali potranno ottenere a titolo gratuito, per valorizzarli, o potranno alienare purché l’introito sia destinato all’abbattimento del debito pubblico.
In attesa di nuove e più precise indicazioni, proprio lo stadio del capoluogo (che il Comune ha in concessione e per cui ha in carico le spese di manutenzione e di gestione) potrebbe, applicate le ipotesi, divenire di proprietà cittadina. Il passaggio del Viviani (da sempre al centro di polemiche su gestione, costi, ristrutturazioni) potrebbe, però, raccogliere i favori di Palazzo di città. Solo alcuni giorni fa, infatti, il sindaco Santarsiero aveva inviato al governo una lettera in cui, proprio in virtù del federalismo demaniale, aveva chiesto di poter ottenere nelle disponibilità del Comune anche il Palazzo degli uffici, in pieno centro storico, oggi per la gran parte vuoto, e i terreni a Piani del Mattino, attualmente oggetto di esproprio, su cui sarà realizzata l’area di protezione civile regionale.
Più in generale, l’elenco della dismissione non si esaurisce: in Basilicata (oltre mille i beni individuati) ci sono altri suoli o immobili che fanno parte del pacchetto. Si va dall’ex base logistica di Rifreddo di Pignola dell’Esercito (valore d’inventario stimato pari a 477 mila euro) all’istituto zootecnico di Bella, nella provincia potentina (valore di oltre 620 mila euro) a numerosi terreni, molte stazioni ferroviarie ed altre strutture realizzate durante la bonifica. Ci sono beni il cui valore di inventario è di pochi euro: ne vale undici per la precisione un terreno a Corleto Perticara.

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