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Sono state avviate dalla Dda di Catanzaro, verifiche sulla reale titolarità delle società che gestiscono i parchi eolici ed ulteriori approfondimenti su tutte le intimidazioni verificatesi ai danni degli impianti. La Procura distrettuale antimafia catanzarese indaga dunque, sulle possibili infilitrazioni della criminalità organizzata nelle società che gestiscono i parchi eolici.
In Calabria la gran parte degli impianti energetici sono stati realizzati nell’area centrale della regione, a ridosso tra le province di Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e Crotone.
L’ipotesi degli inquirenti è che le cosche siano entrate nell’affare dell’eolico gestendo direttamente sia le società che hanno chiesto le autorizzazioni e sia per gli impianti già realizzati. Gli inquirenti ritengono che la ‘ndrangheta è interessata a investire nell’eolico perchè il settore, consente senza grosse difficoltà la possibilità di riciclare denaro e di avere ingenti guadagni.
Sui guadagni ottenuti dalla gestione dell’energia eolica l’attenzione si sta concentrando anche sulla compravendita dei certificati verdi.
Al vaglio della Dda di Catanzaro ci sono anche una serie di intimidazioni e danneggiamenti subiti da alcune società che si sarebbero opposte ad avere una diretta compartecipazione societaria da parte di esponenti della ‘ndrangheta. In piena attività è anche l’indagine della Procura ordinaria del capoluogo calabrese sul fronte delle irregolarità nelle procedure per il rilascio delle autorizzazioni per la costruzione dei parchi eolici calabresi. La Procura ha affidato deleghe a tutte le forze dell’ordine che stanno effettando accertamenti sull’iter delle autorizzazioni concesse e gli impianti realizzati.

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