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di ANTONELLA CIERVO
INSIEME per evitare il tracollo che naturalmente potrebbe essere provocato dallo switch-off del giugno 2011. La Basilicata si appresta ad affrontare la sfida del digitale terrestre con la consapevolezza che sul campo rischiano di rimanere i più deboli. Ieri a Matera il Corecom regionale su iniziativa del coordinamento nazionale, ha avviato la due giorni dedicata alle opportunità che questo passaggio rappresenta per le regioni del Mezzogiorno. Calabria, Puglia e Basilicata si sono confrontate con i pro e i contro di una fase significativa innanzitutto sotto il profilo economico. I saluti di Loredana Albano, presidente del Corecom di Basilicata hanno messo in evidenza l’assenza di dialogo con il Diaprtimento comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico considerato un «Atteggiamento di presunzione che prevale da due anni su tutti i fronti – ha detto – La televisione digitale rappresenterà una nuova forma di comunicazione umana in cui – secondo la Albano l’aspetto positivo riguarderà anche l’interattività. Il richiamo agli editori puri, secondo Loredana Albano ha riguardato l’appello a difendere le realtà migliori. «Bene – ha detto- spazzare le tv che trasmettono solo televendite o programmi pornografici che ledono l’integrità dei nostri figli». Alla crisi occupazionale che l’avvio della tv digitale potrebbe provocare, il Corecom risponde, attraverso il suo presidente che, fa appello agli editori che non si devono «Celare dietro difficoltà che pure ci sono (vedi piano frequenze, numerazione sul telecomando, perdita di diritti acquisiti) ma guardare al futuro attraverso una mentalità che parli di condivisione, aggregazione, unione einterscambi culturali».
Impossibilitato a partecipare al dibattito, il presidente del consiglio regionale lucano, Vincenzo Folino ha inviato il suo intervento letto in apertura dei lavori in cui, tra l’altro, si impegna a sostenere a nome della Regione gli imprenditori: «E’ in gioco un sistema di piccole imprese e di professionalità che costituisce una parte fondamentale della nostra economia, già flagellata dalla crisi; ma sono a rischio anche il pluralismo e la libertà dell’informazione. Per questo l’impegno unitario dei Consigli regionali per non privare le realtà del Sud di questo importante patrimonio sarà forte e risoluto».
Pari diritti per l’acquisizione delle frequenze, necessità di avviare meccamismi di sinergie e di lavorare su leggi ad hoc che garantiscano una base su cui impegnarsi. E’ stato un confronto di opinioni fra l’esperienza catastrofica di regioni come la Campania e quelle ancora da disegnare.
Nelle parole di Paolo Torino, di Canale 21 c’è il peggio e il meglio dell’avvento del digitale: «L’Italia – ha detto – è una repubblica fondata sulla tv e sull’Auditel. Nel febbraio scorso, per ultimo, una legge retroattiva e illegittima ha tagliato alle tv locali sono state tagliate le provvidenze che prevedono i rimborsi dell’80% per le agenzie e del 50% per l’energia elettrica». L’importanza fondamentale dell’investimento delle tv locali è stata sottolineata da Giampaolo Latella, di Reggio tv, emittente che produce ogni giorno 6 edizioni di tg, 10 approfondimenti e 1 rassegna stampa. «Il 90% della programmazione – ha detto – nasce da nostre produzioni. La soluzione spetta al mercato perchè il digitale terrestre è una prospettiva per il futuro». Fondamentali sono le risorse alle quali Latella ha fatto riferimento in particolare per i Fesr che devono essere legati ad una legge quadro governativa.
Ad uno scenario disastroso ha fatto riferimento Dino D’Alessandro di Telenorba: «I canali, d’altronde, servono per fare soldi, abbonamenti. Gli ascolti li lasciamo alla tv generalista».
Ha richiamato il Sud a fare massa critica per gestire il passaggio al digitale terrestre, Angelo Tosto editore di Trm che ha sottolineato l’attività di 35 anni di attività con 57 postazioni per coprire il territorio e «Bilanci sempre in perdita. Un record». Per Tosto «Il sud può alzare la testa». La campagna acquisti di Sky che sta contattando emittenti tv in ogni regione per acquisire i canali del digitale è stata denunciata dall’editore di Blu tv, Mario Altieri che ha stigmatizzato l’assenza di esponenti regionali pur utili al confronto e sottolineato con forza «Il momento difficile» che aspetta chi accetterà di affrontare la sfida del digitale terrestre.

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