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di ANTONIO GALIZIA
CONTINUANO senza pudore e vergogna le incursioni mediatiche contro il Presidente del Consiglio perché, gli incursori, hanno perduto il contegno e il senso della misura. Il livore di Bersani, Rosy Bindi, Franceschini e compagni, pellegrini di mitologiche battaglie, esaltando il loro orgoglio non sono stanchi della loro meschinità e smaniano per le dimissioni di Berlusconi. Bersani, sconfitto nei tentativi di ledere il Cavaliere, pensa all’ultimo round: raccattare 10 milioni di firme per “mandarlo a casa”. Che scenario pietoso e che utopia in ritardo, per capire che sono tutte le sue bizzarrie che annullano le speranze degli italiani a uscire dal marasma in cui ci stanno portando. Obbligano il governo a difendersi, per amministrare e fare le riforme, senza venir meno nella Maggioranza che il Presidente del Consiglio compattata ogni volta per cancellare le calunnie che gli vengono perpetrate. Ci riuscirà. Ma questo nemmeno va bene, per Buttiglione e Casini, Fini e Rutelli che imitano Bersani nelle dimissioni del Cavaliere che non domo, vince alla Camera, nonostante Fini e rafforza la Maggioranza col gruppo costituito dai Parlamentari della salvezza. Cosa da pazzi! capitano solo in Italia ed e sempre la sinistra a inventare tutto. La lotta continua e ultima a comparire è la solita PM di Milano “desiosa” di abbattere lei il nemico Berlusconi. Il pretesto lo trova in una infernale ipocrisia, a prova di’incriminazione di Silvio Berlusconi, per reati assurdi, maturati in una mente delirante per astio pregresso che la rende impulsiva e ingenerosa. La Corte Costituzionale, con la recente sentenza sul legittimo impedimento avendo rinviato ai magistrati inquirenti la decisione per l’atto penale, la PM Boccassini, per dovere di ufficio, ha applicato la norma e con immediatezza ha inviato l’avviso di garanzia molto irriguardoso al Cittadino Berlusconi e non al Presidente del Consiglio. Le accuse sono folli ed esattamente il contrario della realtà un cinismo senza precedenti. Vige in Italia uno stato di confusione mediatica che permanentemente influisce sulla psicologia della gente e in particolare di magistrati plagiati dalla politica di sinistra che, costruendo, freddamente, fantasiosi teoremi a carico di particolari persone, nel caso il Presidente del Consiglio, ripristinano turbolenze non nuove, ma in euforica riaccensione, per distruggere quel tantino di etica che ancora rimane. La Consulta, in questa ventata di “violenza” che scuote la politica italiana di destra e di sinistra, ha commesso il grave errore di affidare indirettamente ai PM la formulazione di accuse nei processi penali e ha creato un vero paradosso inaccettabile perché, quei Giudici di massima autonomia, non potevano non sapere che i PM di Milano, incoraggiati dalla postilla in loro favore, con immediatezza avrebbero messi in atto i loro disegni giustizialisti per colpire non l’Istituzione che rappresenta, ma il deputato Silvio Berlusconi, già perseguito con tutti gli impianti giudiziari in vigore dai PM di Milano e mai scalfito. Difatti tutti gli accanimenti, contro il Cavaliere dimostrano la malvagità della PM pareggiabile a quella del lupo famelico di Fedro che col pretesto di mordere, imita la narrazione della favola lupus et agnus. Il lupo, per sbranare l’agnello lo accusa di intorbidargli l’acqua che beve, dimenticando che è lui che intorbida l’acqua all’agnello. Super stabat lupus, inferior agnus e come poteva il tenero agnello inquinare l’acqua al lupo se si trovava nella parte inferiore della corrente?. L’arroganza del lupo non venne meno e l’agnello finì nelle sue fauci. La PM di Milano per le sue fauci, vorrebbe far passare il bolo Berlusconi e si agita per colmare la sua ambizione. Pertanto, la Consulta, con la sentenza, che imita il pretesto del lupo di Fedro, ha concesso alla PM la immediata facoltà di sbranare Berlusconi. Ma la PM, col suo impianto accusatorio, nell’esercizio delle sue funzioni, era autorizzata a indagare nella vita privata, nell’abitazione e nell’attività privata di Berlusconi per incriminarlo di concussione e favoreggiamento della prostituzione?. E’ notorio l’astio della Boccassini contro Berlusconi e poiché si tratta di una questione personale, l’interferenza giudiziaria, non potrebbe essere abusiva, tendenziosa e illecita, perché riguarda motivi privati e riservati del Cavaliere? Senza la denuncia di un oltraggiato, i reati addebitati a Berlusconi restano privati e non ledono nessuno e prevalendo la curiosità di sapere, quanto valgono le esultanze di Bersani, e compagni che abbaiando alla luna, mirano alle dimissioni del Cavaliere? Non potrebbe, questo atto sconcertante, essere una calunnia gestita da una PM irosa, istintiva e collerica che evidenzia un odio personale nell’esercizio delle sue funzioni?

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