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“Il blocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, dovuto all’aggiornamento del sistema informatico di accertamento Equitalia gestito attraverso il portale della Consip, sta mettendo definitivamente in ginocchio le imprese edili che operano nel mercato dei lavori pubblici”.

E’ il grido di allarme lanciato dal Presidente dei costruttori edili di ANCE Basilicata, Antonio Giuzio (in foto), rispetto all’ennesimo disservizio della Pubblica Amministrazione.

Com’è noto, a seguito della entrata in vigore del D.L. n. 602/2006, le Pubbliche Amministrazioni, prima di effettuare pagamenti superiori a diecimila euro, sono tenute a verificare che il beneficiario del pagamento non abbia cartelle esattoriali pendenti pari almeno allo stesso importo. Questo accertamento viene effettuato attraverso il sistema telematico del portale Consip (www.acquistinretepa.it), unico canale attraverso il quale è possibile consultare Equitalia per la verifica di eventuali pendenze fiscali prima di procedere alla liquidazione.

Ebbene, a causa di non meglio precisati “aggiornamenti tecnici”, la sospensione del servizio, prevista fino al 7 febbraio, ha di fatto determinato una situazione di blocco delle procedure di pagamento alle imprese.

“Non bastano – incalza il Presidente Giuzio – la gravissima situazione di contrazione del mercato dei lavori pubblici e gli ormai patologici ritardi dei pagamenti a causa del patto di stabilità; adesso ci si mettono anche gli “intoppi tecnici” a dare il colpo di grazia alle imprese edili. Rispetto a quest’ultima beffa, indigna soprattutto il fatto che questo avviene per interventi informatici di manutenzione programmata, per i quali non si è tenuto conto nè della inopportunità del periodo, nè di predisporre procedure alternative al blocco”.

“Il sistema ANCE di Basilicata – conclude il Presidente Giuzio – chiede a gran voce un intervento istituzionale urgente che ripristini la “certezza” dei rapporti economici tra impresa e pubblica amministrazione, garantendo la immediata liquidazione delle somme per i lavori eseguiti, senza l’ulteriore protrarsi di inaccettabili disfunzioni in danno delle imprese”.

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