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Il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, è intervenuto stamani alla conferenza stampa per illustrare i particolari dell’operazione “Crimine 3”, che ha portato all’arresto di 40 persone in Italia e all’estero e ha sottolineato nel corso del suo intervento un punto molto importante: «Confischiamo grandi quantità di cocaina, ma non siamo ancora riusciti a capire con chiarezza il livello dei flussi finanziari».
«Probabilmente – ha aggiunto Grasso – vi sono circuiti separati, protezioni o sistemi che godono di particolari condizioni internazionali che rendono difficoltoso, per adesso, l’emergere della parte finanziaria del meccanismo criminale». Grasso ha voluto anche sottolineare «il forte spirito di collaborazione con la Dea, Fbi, e le polizie di Spagna e Olanda, che ha permesso di creare una rete operativa che si è dimostrata efficace e di alto livello di contrasto».
Alla conferenza stampa di oggi, anche il procuratore capo della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, che ha definito le conclusioni dell’operazione come il «frutto di innumerevoli controlli e sequestri avvenuti grazie anche agli esiti dell’inchiesta ‘Crimine’. Abbiamo scoperto – ha detto Pignatone – quello che può assomigliare ad un’associazione temporanea di imprese, gli Aquino, i Coluccio, gli Ierinò, i Commisso, della ionica reggina, e i Pesce, di Rosarno, i quali, grazie all’attivismo del loro broker in terra americana, Vincenzo Roccisano, organizzavano l’arrivo in Italia ed in Europa della cocaina, servendosi del nuovo ‘cartello’ messicano dei ‘Los Zetas’, una organizzazione criminale strutturata in maniera simile alla ndrangheta».
Secondo Pignatone, somiglierebbe ad una vera e propria associazione temporanea d’impresa, la collaborazione tra le cosche della ‘ndrangheta reggina che organizzavano e controllavano il narcotraffico con il nuovo ‘cartello’ messicano dei ‘Los Zetas’.
Altro intervento nel corso della conferenza stampa è stato quello del procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri che ha parlato della potenza criminale della ‘ndrangheta che «è l’unica organizzazione criminale al mondo capace di comprare in conto vendita dai cartelli mesoamericani grandi partite di cocaina perchè si dimostra solvibile e, quindi affidabile».
«Tra chi muove la droga – ha aggiunto – e chi movimenta il denaro non c’è alcun tipo di rapporto. Peraltro come regola generale, chi materialmente effettua i pagamenti delle ingenti partite di cocaina mai si sognerebbe di prendere un caffè o un gelato con chi è incaricato di trasportare in Europa lo stupefacente».
Il comandante del Ros, raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, gen. Giampaolo Ganzer, ha evidenziato che esistono «strutture separate tra droga e denaro. L’indagine, avviata originariamente dalla struttura territoriale dell’Arma, ha permesso, ancora una volta, di verificare l’alto grado di pericolosità criminale della ndrangheta, della sua capacità di intrattenere rapporti con i livelli criminali nord e centroamericani, di far operare e prosperare le sue cellule su tutto il territorio europeo».
Il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, Pasquale Angelosanto, tra l’altro, ha chiarito anche la portata del coinvolgimento di Cosa nostra, in particolare la famiglia di Carini, in provincia di Palermo, in passato capeggiata dal defunto boss Tano Badalamenti, «che aveva vecchi e strutturati rapporti con la ndrangheta di Reggio Calabria». Alla conferenza stampa per illustrare gli esiti dell’operazione hanno partecipato anche i rappresentanti delle polizie di Stato di Olanda e Spagna, ha preso parte anche l’investigatore Scott Sieben, ufficiale di collegamento della Dea americana con gli organi di polizia italiani.

TUTTE LE PERSONE ARRESTATE
I provvedimenti riguardano: Luigi Agostino, 48 anni, Gioiosa Ionica; Rocco Agostino (29), Vincenzo Bruzzese (45), Rozzo Commisso (39), Edmond Como (36) di Ponte Lambro (Como), Calogero Gallina (34), di Carini (Palermo), localizzato negli Stati Uniti; Giuseppe Gallina (65), di Carini; Rinaldo Gangeri (50), Giovanni Gentile (31), Wierdjanandsing Gopal (42), di Paramaribo (Olanda); Giuseppe Andrea Grasso (43), di Acireale (Catania); Giuseppe Jerinò (59), Roberto Domenico Jerinò (57) (nella foto), Rinaldo La Face (48), di Segrate (Milano); Luis Ernesto Lara Alvarez, 40 anni colombiano, arrestato in Spagna; Luis Leader Lara Alvares, 43 anni colombiano, arrestato in Spagna; Luis Mario Lara Alvarez, 41 anni, colombiano, arrestato in Spagna; Rosario Lentini (51), Antonio Loccisano (64), Giulio Loccisano (62), Giuseppe Loccisano (37), Carlo Luciano Macrì (39), Luigi Manfredi (34), Ilario Manno (34), Mario Martino (62), Vincenzo Mazzone (30), Soemintra Nohar Trees, 47 anni, di Paramaribo; Domenico Oppedisano (81); Michele Oppedisano (42), Michele Oppedisano (41), Vincenzo Pesce (52), Aurelio Petrocca, 47 anni, di Merone (Como); Francesco Tonio Riillo, 33 anni, di Bosisio Parini (Lecco); Vincenzo Roccisano, di 59 anni, detenuto negli Stati Uniti; Edmundo Josè Salazar, 41 anni, venezuelano; Cristian Giovanbattista Sigilli (32), Rocco Sigilli (64), Sebastiano Stranges (47), Rocco Ursino, di 34 anni, arrestato a Roma; Pasquale Giovanni Varca, 48 anni, di Bosisio Parini (Lecco), Herman Velez Balcazar, 62 anni, venezuelano e localizzato in Colombia.

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