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CARO Francis, oggi mi hanno chiesto di scrivere l’ennesimo articolo sull’evento mediatico dell’anno lucano e, direi, forse anche italiano. A giudicare dalla mole di colleghi/e pronti/e a tutto pur di raggiungere la dimenticata (da oggi, grazie a te, forse non più) Bernalda bella e insozzare di chiacchiericcio la tua festa di famiglia. Io ho deciso personalmente (sicuro che redazione e direzione mi appoggeranno) di non parlarne più. Di lasciare al silenzio di un’inquadratura fissa con la musica dei Phoenix, la magia di questo istante. Caro Francis, ormai tua figlia si sposa. Per un padre deve essere un momento di straordinaria tensione emotiva. Ti sono vicino perché pure io sto per avere una figlia e stanotte ho sognato che era già grande e, come in una pellicola di Sofia, ho vissuto cinematograficamente di godermi il tempo con lei. Del resto fare cinema (vero) vuol dire rendere visibile la propria attività onirica, per mezzo dell’arte. E tu lo sai bene, caro Francis. E lo sa bene anche Sofia. Che dal padre ha ereditato un certo tipo di sguardo che è cosa assai rara, nei nostri tempi. Deve essere straordinario avere per figlia un’artista. E per noi bernaldesi è un onore il vostro ritorno “a casa”. Lo dico a nome di un popolo che credo di conoscere bene. Per la sua straordinaria indolenza che è foriera di grandi exploit artistico-scientifici. Del resto Pitagora era stato a seminare qui, e i frutti germogliano ancora. Io, bernaldese lo sono di adozione, in quanto sposai una straordinaria femmina bernaldese, proprio in quel di Bernalda, anni fa. E come te ottenni pure la cittadinanza onoraria di questa terra, conferitami nel 2006 dal sindaco dell’epoca, per un mio articolo su Ippaso di Metaponto con cui vinsi il Premio internazionale di giornalismo dell’UNESCO. Insomma, tutto questo per dire che ho fatto il mio lavoro, ho raccontato questo matrimonio come potevo e spero di non aver turbato più di tanto la vostra privacy e la vostra festa privata. A tal proposito vorrei permettermi di consigliarti un ulteriore elemento per rendere il tutto ancora più «bernaldese»: il filmino del matrimonio. Qui da noi, in un sud in preda alle vampate della Società dello spettacolo, il filmino è un must. Non c’è marriage che non abbia la sua celebrazione filmica e quella del regista di matrimoni è una delle professioni più redditizie dell’intero distretto industriale dell’audiovisivo lucano (che è in fieri ma prima o poi gente tosta tipo N. Benedetto lo farà). Ora, sono quasi sicuro che voi non avete pensato a farvi fare un filmino, visto che siete una famiglia di registi (come si dice? Il calzolaio con le scarpe rotte.). Eccomi, dunque, a propormi come vostro regista per quel giorno speciale. Non vi chiederei nulla, vi regalerei il prodotto finito e il girato e vi firmerei un documento nel quale dichiaro che le immagini in mio possesso non le vedrà nessun altro se non voi Coppola. Questo perché rispetto la vostra festa privata. Non mi interesserà di fare lo scoop giornalistico, perché in quell’occasione vorrò solo omaggiare voi per il vostro splendido ritorno. Non mi vedrete neanche. Mi aggirerò con una piccola Canon e poi monterò il tutto proprio come si usa fare qui. In perfetto Lucanian style! Le mie competenze tecnico-artistiche sono su Google, cercando: “damiano laterza”. Bene, caro Francis, fammi sapere presto così mi organizzo. Il mio indirizzo è: info@damianolaterza.com. Grazie ancora di tutto (come si dice a Bernalda) e statt’ bùon.

Damiano Laterza

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