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di MARIA F. FORTUNATO
Poco meno di un anno fa, a dicembre, Italia dei Valori promosse a Cosenza un convegno sulla metropolitana leggera. Mancava, all’epoca, parte del finanziamento per proseguire con l’iter dell’opera. I fondi, poi, vennero reperiti per intero dalla giunta Scopelliti che mise su anche un cronoprogramma. Il consigliere regionale Mimmo Talarico si segnò le tappe e, nel luglio scorso, vedendo che le gare non venivano bandite segnalò i ritardi. Gli venne risposto che l’iter proseguiva regolarmente: poche settimane dopo si accendeva la discussione.
«Un dibattito tardivo – commenta Talarico – come gran parte della classe politica e sindacale che lo sta alimentando. Naturalmente non mancano spunti meritevoli di considerazione. Ho, però, l’impressione fondata che la discussione sia molto condizionata dai problemi all’interno delle due coalizioni e dal ruolo dei suoi protagonisti».
In che senso?
«Nel senso che le frizioni tra personalità appartenenti allo stesso partito determinano posizioni che non sono supportate da ragioni tecniche ma spesso da puro spirito di contraddizione».
Tutto è partito dalle perplessità espresse dal sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto sul tracciato. Lei cosa ne pensa dell’uso del viale Mancini per la metro?
«Alle perplessità del sindaco o più, vorrei fare innanzitutto un’ obiezione di metodo: può un celebrato architetto che si candida a sindaco nascondere ai suoi concittadini-elettori la sua idea su un’opera, che se realizzata, è destinata a modificare l’assetto urbanistico del capoluogo e dell’intera area urbana? Lo stesso dicasi per l’ospedale. Il recente dibattito elettorale che ha interessato Cosenza e Rende non poteva essere privato da argomenti così importanti. Dal dopoguerra ad oggi credo che la città non sia mai stata beneficiata da somme così ingenti. Quanto al tracciato, mi preme ricordare che non si tratta di acconciare il viale Parco alla metropolitana, ma il viale Parco è stato pensato per ospitare la metro o come la vogliamo chiamare. Il viale Parco e la metro nell’idea di Mancini senior rappresentavano un pezzo di un sistema di mobilità più ampio: a sud il Savuto; a nord Montalto. Oggi, leggendo certi interventi sembra che alcuni siano scesi da Marte a disquisire della metropolitana, beandosi di grandi scoperte e innovazioni e giocando con i punti cardinali. Sento dire che viale Mancini sia periferico. Ma periferico rispetto a quale centro? Siamo a cento metri da Corso Mazzini ed a venti dal polo scolastico più popoloso della regione».
L’ultima proposta che la Regione sta vagliando è quella di adeguare la tratta ferroviaria piazza Matteotti – Castiglione per il servizio metropolitano di superficie. È una soluzione che la convince?
«Spero che si tratti di una boutade. Una soluzione di questo tipo taglierebbe fuori gran parte della città di Cosenza e per intero quella di Rende. Chi ha frequentato l’Unical o è genitore di un figlio che vi studia, sa che migliaia di studenti, tecnici e amministrativi vivono tra Roges e Commenda. Seria è invece la questione del collegamento con le Ferrovie della Calabria. Io, come altri, immagino un collegamento Arcavacata-Germaneto. Cosenza e Catanzaro. Due università, due città. D’altronde lo stesso Mancini junior in un convegno promosso dal gruppo regionale dell’Italia dei Valori a Cosenza nel dicembre scorso, parlando anche a nome del presidente Scopelliti, sposò questa idea, annunciando un crono programma che oggi, leggo, anche alcuni esponenti del centrodestra mettono in discussione. Purtroppo siamo alle solite. È un vizio antico molto calabrese: chi viene dopo deve cancellare tutto quello che c’è stato prima. Così non va. In mezzo ci sono cittadini, risorse pubbliche, il sacrificio di tanti. Nessuno invece è disposto a riconoscere meriti all’altro, anche se l’altro appartiene allo stesso partito».
C’è un argomento di cui finora si è parlato forse poco. È la gestione dell’opera: una volta realizzata, va mantenuta. Quali iniziative andrebbero intraprese per incentivare l’uso della metropolitana leggera?
«Sarebbe utile, tra le altre cose, ad esempio istituire i parcometri per i parcheggi dell’Unical disincentivando così l’uso delle automobili. Per il resto occorre raccogliere presto tutte le obiezioni più serie: dall’uso della tecnologia agli aspetti gestionali per affrontarle e scioglierle. Io ritengo che il tracciato debba rimanere così com’è. Occorre però fare presto, altrimenti fra qualche giorno anche il mio amico sindaco di San Pietro in Guarano chiederà una linea veloce per la località Re di Piano, ridente frazione montana di quel comune».

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