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di FORTUNATO ALOI*
Si sta tanto parlando ed operando sul terreno della raccolta delle firme richieste per un referendum volto alla abrogazione dell’attuale legge elettorale definita dall’autore della stessa “porcata” e più elegantemente detta “porcellum”. E ci si sta avviando verso il referendum perché le forze politiche non riescono o, meglio, non vogliono cambiare la vigente normativa elettorale. Perché non vogliono? Per un duplice ordine di motivi: in primis, perché tutte le “forze” -nessuna esclusa-hanno voluto, malgrado qualche formale dissidenza o distinguo, la vigente legge. Una legge che offre ai vertici dei partiti il potere non di eleggere, ma di nominare dall’alto chi presenta un alto tasso di “fedeltà” ed obbedienza ai “padroni del vapore” della politica italiana. Ed in secondo luogo la completa disponibilità di gruppi parlamentari all’obbedienza cieca e assoluta al capo, pena la minaccia della non ricandidatura! Una colonia di yes-man-così li ho definiti in un mio saggio di circa dieci anni fa-che dovrebbero garantire fino in fondo chi “governa” i partiti. Con la conseguenza che soggetti di spessore socio-culturale e professionale non possono accettare di passare sotto le “forche caudine” della mortificazione della loro personalità e dignità di professionisti e intellettuali. Di qui la dequalificazione di un Parlamento dove la presenza di “veline”, soubrette” e gente varia di spettacolo non è minoritaria… Come non rimpiangere-e ciò per me è legato ai ricordi della mia lontana esperienza personale-quei parlamentari che, negli anni ’60 e ’70, offrivano di sé un’immagine di alto livello culturale e di grande prestigio di competenza e di serietà nei vari settori della società civile in cui operavano! Oggi, invece, grazie al “porcellum”, inficiato tra l’altro da seri motivi di incostituzionalità, si registra la presenza di tanti-e non pochi-elementi che resistono “abbarbicati” alle poltrone nella corsa a confermarsi nella “simpatia” dei “big” nazionali, senza dei quali il Parlamento-molti di loro-non avrebbero mai conosciuto. Ed allora? Ben venga il referendum e l’auspicabile scomparsa del “porcellum” attraverso il diretto ricorso al popolo, cui in democrazia appartiene la sovranità! Sempre che, nelle more, non si escogiti, da parte del Palazzo (inteso come maggioranza ed opposizione) qualche espediente che possa vanificare il risultato del Referendum stesso! Cosa che, in passato, non di rado è avvenuta!

* già sottosegretario alla P.I.

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