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La I Commissione «Affari istituzionali – Affari generali» della Regione Calabria, presieduta da Giuseppe Caputo, ha approvato all’unanimità, nel corso della seduta odierna, la «tracciabilità informatica del procedimento amministrativo e misure per la trasparenza, il controllo e la legalità dell’attività amministrativa». Ogni procedimento amministrativo di competenza della Regione Calabria, dunque, dovrà essere dotato di adeguati supporti informatici allo scopo di renderne conoscibile agli interessati ogni atto.
Sul testo unificato – che tiene conto di tre proposte di legge in materia presentate dal vicepresidente del Consiglio Alessandro Nicolò e dal consigliere Salvatore Magarò – ha relazionato il presidente dell’organismo Caputo: «E’ un provvedimento che va nella direzione di garantire efficienza, efficacia, imparzialità e trasparenza nella pubblica amministrazione. E ciò anche in rapporto a sovvenzioni, contributi, sussidi e vantaggi economici di qualsiasi genere erogati dalla Regione in favore di persone fisiche e enti pubblici e privati. Pertanto a carico del beneficiario della provvidenza economica, c’è l’obbligo di esibire idonea relativa documentazione bancaria riguardante la destinazione della somma ricevuta».
Secondo il presidente Caputo «la svolta è sotto gli occhi di tutti. Nessuna zona d’ombra, infatti, esisterà nell’attività amministrativa, sia della Giunta che del Consiglio. Anzi, si realizza l’obiettivo opposto nel segno della massima chiarezza e trasparenza nell’ambito di un rapporto sempre più diretto, e di controllo, tra amministrazione ed amministrati».
Anche il vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò (in foto), proponente della nuova normativa con il consigliere Salvatore Magarò ha sottolineato che «l’approvazione del progetto di legge sulla tracciabilità informatica degli atti amministrativi della Regione innova e ammoderna il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione».
«Districarsi tra la burocrazia – continua Nicolò – è opera non certo facile per chi, soprattutto, svolge un’attività autonoma o imprenditoriale, e si trova spesso ad interloquire con gli uffici degli enti pubblici, statali o regionali che siano. L’avere dettato alcune regole di principio, dunque, innalza e chiarisce le responsabilità di chi è preposto a favorire ogni forma di assistenza amministrativa a quanti si rivolgono per ottenere servizi alla pubblica amministrazione. Temporalità e trasparenza certe, sono dunque lo spirito della legge approvata dalla prima Commissione, con l’obiettivo di recuperare i così detti tempi morti della burocrazia e con l’augurio che tutto ciò possa accelerare i processi decisionali di quegli imprenditori e cittadini che quotidianamente necessitano del confronto per le loro attività con gli enti locali e la Regione. Tra le prescrizioni indicate – prosegue Nicolò – l’obbligo di ogni ente pubblico o soggetto privato, che a qualsiasi titolo partecipa al procedimento amministrativo di competenza regionale, di collaborare all’informatizzazione degli atti. Ulteriori responsabilità – dice ancora il Vicepresidente del Consiglio regionale – sono attribuite ai dipendenti delle funzioni pubbliche regionali in caso di omissioni o ritardi dei procedimenti, fino alle sanzioni pecuniarie, fatte salve le norme del contratto collettivo di lavoro. Le norme per favorire il controllo e la legalità dell’attività amministrativa – sottolinea inoltre Alessandro Nicolò – agli enti, alle aziende ed agli istituti strumentali della Regione, che sono tenuti a pubblicare sui rispettivi siti istituzionali, secondo criteri di facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazione, le informazioni relative ai procedimenti amministravi di loro competenza. È stato varato, in attesa del voto definitivo dell’Assemblea – conclude Alessandro Nicolò – un telaio di riferimento per costruire concretamente un nuovo e più efficace rapporto tra i cittadini e la Regione».

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