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REGGIO CALABRIA – L’opera per eccellenza. L’investimento più importante, e dispendioso, che il Mezzogiorno abbia mai visto. Il Ponte sullo Stretto continua a dividere e a scatenare polemiche. Ad aprire la nuova “partita” è il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, intervenendo a Radio Anch’io. Dal componente arriva la bocciatura, quasi definitiva, ma anche un’ammissione che costituisce comunque l’annuncio di un fallimento. Così, per il ministro, il ponte «non è una priorità, non c’è una scelta definitiva, io non lo considero tra le infrastrutture prioritarie a cui dedicarci». L’ammissione, invece, riguarda i costi, dal momento che nonostante l’opera non sia più una certezza, costa già allo Stato qualche milione di euro per le opere che erano state avviate. Una delle tante follie tutte italiane, dove un’opera si avvia o si ferma a seconda dei Governi, sperperando denaro e investimenti. 

Alle parole di Passera è arrivata l’immediata replica del governatore Giuseppe Scopelliti: «Il Ponte sullo Stretto è un’opera strategica non solo per tutto il Sud – ha detto il presidente della Regione – ma per l’Italia intera, perché permetterà la crescita dell’economia del Mezzogiorno che influenzerà positivamente l’incremento del Pil nazionale». 

«In un periodo così buio per l’economia mondiale – continua Scopelliti – non credo si possa distinguere quale opera sia più o meno importante, nel caso del Ponte sullo Stretto si tratta di una serie di infrastrutture legate a un territorio che può e vuole contribuire al massimo alla ripresa economica della nazione. Il Sud vuole fare la sua parte e l’unico spreco a cui si assiste non è di soldi – conclude il governatore – ma di tempo e chiacchiere se realizzare o meno il Ponte». 

Con Scopelliti si sono schierati quasi tutti i rappresentanti del centrodestra. Per Altero Matteoli, ex ministro sponsor del progetto, «Passera ogni giorno cambia i numeri sul decreto sviluppo. Gli 85 miliardi attivabili annunciati venerdì oggi si sono ridotti a 30-40. Lo stesso refrain ha utilizzato sui fondi per le infrastrutture, prima 20, poi 100 miliardi. Poco male, anzi male. Malissimo, invece, l’altro annuncio odierno arrivato dopo 8 mesi di studi e di riflessioni sul Ponte sullo Stretto che il superministro considera non essere un’opera prioritaria». Secondo Basilio Catanoso, parlamentare del Pdl, «solo chi non ha idea di cosa sia l’interesse nazionale e solo chi non ha a cuore l’unità della Nazione, a partire dalla differenze con cui è stata costituita, può fare un’affermazione del genere sul Ponte sullo Stretto». 

Il presidente della Commissione parlamentare per l’Attuazione del federalismo fiscale, Enrico La Loggia, ha affermato: «Il ministro Passera commette un grande errore ritenendo non prioritaria la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. In un periodo di forte recessione come quello che sta vivendo l’Italia, l’unica possibilità di ripresa sta proprio nella messa in cantiere di grandi opere pubbliche, come per l’appunto il ponte, capaci di movimentare risorse e creare posti di lavoro. Senza contare i benefici che apporterebbe alla Sicilia il fatto di essere finalmente unita alla parte continentale del Paese».

Per il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, «la dichiarazione appare improvvida, e conferma la linea di questo governo che è pronto ad interventi ragioneristici, non valuta quelli dello sviluppo ed emargina sempre di più il Meridione del Paese sia dal punto di vista infrastrutturale che economico. Se importanti sono altri progetti come la Torino-Lione è certamente fondamentale per la Sicilia, per il sud, ma anche per i collegamenti con i paesi emergenti del bacino del Mediterraneo, il collegamento stabile nello Stretto di Messina che conferma la valenza di un «corridoio» europeo, fondamentale e strategico per l’Italia». 

Posizione di mediazione per il parlamentare di Grande Sud, Giacomo Terranova, componente della commissione Trasporti di Montecitorio, «ancora una volta sappiamo quello che non si deve fare al Sud ma disconosciamo quello che invece il governo ha intenzione di fare per ridurre il gap infrastrutturale fra le due aree del Paese». 

Contro la realizzazione del ponte è sceso in campo il senatore Felice Belisario, capogruppo dell’Italia dei Valori a Palazzo Madama: «Non ci siamo proprio: dal ministro Passera ci saremmo aspettati una rinuncia totale alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, perché – ha detto – è un’infrastruttura faraonica tanto inutile quanto dannosa sotto il profilo ambientale. Limitarsi a dire che non è un’opera prioritaria non basta: il Ponte non si deve proprio fare». 

Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, afferma: «La valutazione del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, sul Ponte sullo Stretto mi sembra corretta e seria, specie in questa situazione di crisi. Ha detto che allo stato, e dunque con le risorse a disposizione, non sembra un’infrastruttura prioritaria. Si tratta di parole che uniscono buon senso e analisi della realtà. È quello che pensiamo anche noi, pur non avendo posizioni preconcette». 

Agazio Loiero, coordinatore nazionale Mpa-Ad, afferma: «Trovo assurda questa difesa ad oltranza per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Tanto più se si considera la fase attuale, caratterizzata da un drammatico restringimento dei finanziamenti, imposto dalla crisi: una fase in cui fortunatamente finanche lo stesso Por viene rimodulato grazie al prezioso aiuto del Ministro Barca». 

Contrari alla realizzazione dell’opera anche il vice coordinatore di Fli, Fabio Granata: «Bene Passera sul Ponte dello stretto di Messina, ma ora servono risorse per il dissesto idrogeologico e i trasporti interni all’isola»; per Gianpiero D’Alia, presidente dei senatori dell’Udc e segretario regionale siciliano, «le parole del ministro Passera dimostrano un buon senso che in passato, quando si parlava di realizzare il Ponte sullo Stretto, è mancato a parecchi». 

 

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