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SEMPRE più vicina la salvezza della Provincia di Matera. Oramai si
tratterà solo di definire ed ufficializzare il risultato visto che è
arrivato lo stop al decreto da parte dei senatori della Commissione Affari
Costituzionali.
Al termine di una lunghissima commissione è arrivata la notizia che il
decreto non sarà convertito. Lo hanno  deciso all’unanimità i partecipanti
ai lavori della Commissione alla presenza tra gli altri dei ministri
Filippo Patroni Griffi e Piero Giarda.
Questa mattina una riunione dei capigruppo presso il Senato servirà ad
esaminare le possibili vie di uscita, ma il numero elevato di
sub-emendamenti, circa 140, lascia poche vie di risoluzione.
«Il governo ha fatto ciò che doveva fare, ma la situazione non si poteva
sbrogliare come del resto hanno confermato  i capigruppo in Commissione» ha
detto a caldo immediatamente dopo la riunione il ministro Patroni Griffi.
«In questi mesi ho lavorato per vedere se una materia così complicata
poteva essere portata a termine con successo, ma purtroppo così non è
stato»: ha spiegato Filippo Saltamartini, relatore per il Pdl in
Commissione Affari Costituzionali del decreto. «A mio giudizio ci sono
state troppe complicità e tanti interessi provenienti dai territori»,
aggiunge il senatore, secondo il quale «le Province vanno abolite tutte,
operando sull’articolo 114 della Costituzione, assegnando le funzioni a
Regioni e Comuni».
LA GIORNATA – Eppure nel corso della giornata sembrava che Commissione del
Senato potesse avviare un esame degli emendamenti e anzi, arrivava la voce
che il Governo potesse accoglierne una parte consistente.
A quanto par infatti i relatori in Commissione Affari Costituzionali
avrebbero ripreso sostanzialmente e fatto propri i concetti espressi
nell’emendamento che salva la Provincia di Matera e che chiede di tenere
almeno due Province in ogni Regione.
La strada dunque, già del tutto in salita per il decreto sul riordino
vedeva delle schiarite per la Provincia di Matera.
Senza accordo politico, dei tentativi di insistere sulla questione delle
Province il Pdl era anche pronto a votare la pregiudiziale di
costituzionalità e dunque a fermare, attraverso quest’altro passaggio, il
provvedimento stesso.
Ma esisteva anche l’ipotesi (a questo punto naufragata) che oltre alla
legge di stabilità il Governo riuscisse a ritagliare e a trovare uno spazio
anche per approfondire l’esame della questione del riordino delle Province.
In quel caso, però, l’emendamento presentato dai senatori lucani
sembrerebbe aver trovato terreno fertile.
Tanto è vero che le indiscrezioni che ieri giungevano attraverso le
agenzie parlavano di un sostanziale e generale via libera agli emendamenti
da parte del Governo tranne alcuni, particolari, come quelli che riguardano
Rieti e Massa e Carrara.
Ma a questo non si è dovuto arrivare perchè al termine di una lunga
giornata e della Commissione Affari Costituzionali è emersa con chiarezza
l’impossibilità di portare avanti una materia così difficile e soprattutto
che apriva una serie di conflitti e di richieste diverse provenienti dai
territori.
Trovava dunque credito la prudenza ma anche l’ottimismo manifestato nel
corso della giornata di ieri dal Presidente della provincia di Matera
Franco Stella.
Sull’argomento ha ribadito la sua posizione circa l’importanza ed il ruolo
delle Province ma anche la necessità di arrivare ad una soluzione utile a
difesa del territorio: «dobbiamo ancora aspettare, non volevamo questo tipo
di soluzione.
La decadenza del decreto per i problemi del Governo non affronta e risolve
il problema ma finisce solamente per rinviarlo.
Oggi noi possiamo solo constatare che il Governo va via e che dunque il
decreto rischia di non essere approvato ma non c’è un’esame che confermi le
ragioni indicate sulla specificità lucana oltre chè sul ruolo delle
Province».
Quanto alla pregiudiziale di costituzionalità che, anche per un tatticismo
politico, oggi il Pdl tira fuori Stella coglie l’occasione per ribadire:
«questo tipo di decisione non fa altro che confermarci l’idea che ci
eravamo fatti fin dall’inizio e che ci ha spinto a fare ricorso al Tar per
sottolineare alcuni aspetti costituzionali su cui avevamo forti dubbi».
La non conversione del decreto comunque chiude ogni possibile discussione
e spegne un bailamme di discussioni che ha caratterizzato ed accentrato
l’attenzione degli ultimi mesi.
La Provincia di Matera è oramai salva, senza il decreto convertito in
legge bisognerà ripartire daccapo. Nella prossima legislatura. Anche se,
c’è da giurarlo, di tutto questo si tornerà nuovamente a parlare.

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