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Carlo Chiurazzi ha fatto appello chiedendo ai garanti nazionali di valutare le proprie ragioni. E’ sicuro che il livello romano gli darà ragione e annullerà la decisione della commissione di garanzia lucana del Partito democratico. I garanti di via della tecnica si erano infatti pronunciati a favore di Maria Antezza. 

La senatrice uscente aveva segnalato il conteggio dei voti di Nova Siri: un po’ troppi i votanti rispetto alla platea che si era espressa nel turno di novembre per l’indicazione del candidato premier. E il caso si era verificato proprio nel feudo del senatore Chiurazzi, con cui si è consumato un lungo testa a testa, fino al distacco risicato sul finale. Per ora, la decisione della commissione locale ribalta il risultato “spostando” Antezza al secondo posto trai più votati del Materano, dopo il senatore Filippo Bubbico e, quindi, prima di Chiurazzi. Ma la partita resta aperta fino a quando non si pronuncerà il livello nazionale. 
Nella stessa notte di domenica, a spoglio concluso, ai primi segnali di malumore, il partito regionale ha fatto arrivare a Potenza un’auto con le schede di Nova Siri, in modo da poter subito allontanare dubbi ed evitare di alimentare altre polemiche. Che la commissione di garanzia abbia avuto in carico un compito tecnico era stato spiegato più volte. Lo stesso segretario regionale non è intervenuto sul caso: Roberto Speranza ieri era in viaggio per Roma, lontano da quella che ha tenuto a riconoscere come questione tecnica. 
Certo, gli effetti dell’indirizzo sono tutti politici in un contesto di equilibri, pesi, regole molto complesso. E complicato da aspettative e timori: gli uscenti potrebbero vedere a rischio la riconferma, gli outsider potrebbero rivendicare l’applicazione di principi di alternanza e rinnovamento nelle liste, guadagnando prime file. Come rispettare la quota del 33 per cento di rappresentanza femminile in posizioni eleggibili? E Speranza – fuori primarie perché in una quota riservata dalla segreteria nazionale – sarà capolista in Basilicata? 
L’incertezza è molto forte. E il clima non è quello di un pacifico confronto. Il quadro definitivo arriverà in ogni caso solo dopo la direzione nazionale. 
A proposito di consuntivi, però, ancora un dato, ieri, è stato sottolineato dai renziani di Maratea. Il comitato, nei giorni precedenti alle primarie, aveva fanno sapere che si sarebbe disimpegnato: non erano stati neanche interpellati nella scelta, nonostante l’impegno messo a disposizione. «E con questo disimpegno – facevano sapere ieri – siamo riusciti a incidere». Rispetto alle primarie per la scelta del premier, l’affluenza a Maratea, spiegano, è calata del 71 per cento.
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