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UNA delle protagoniste è stata lei, @Catepol, al secolo Caterina Policaro, la signora del tweet (38 anni, blogger da dieci anni e docente di scuola superiore, tra i primi 150 italiani a usare twitter). E’ stata lei a dare i tempi all’assemblea della corrente Folino-Bubbico a Tito, lei a rimbrottare chi sforava, lei a decidere che chi passava per il leggio avrebbe avuto solo nome e cognome e nessun titolo, lei a far vivere l’hastag, #ripartibas, lei a contabilizzare la maratona, 30 persone hanno preso la parola, tre ore e 58, meticolosa, una media di sei, sette minuti a testa, venti “concessi” a Santarsiero, Bubbico e Lacorazza, un’ora e un quarto per l’overture di Folino. Ha twittato mentre presentava: estensione della personalità? «No, l’identità digitale è la stessa cosa». Anche Lacorazza parlava e twittava, così appariva, in realtà qualcuno l’ha fatto per lui. La Basilicata in tempo reale.

Cominciamo dalla fine, scrivi (pardon, twitti) che con questa maratona chissà quanti follower hai perso, la Basilicata non interessa a nessuno?

«Quando hai 9000 follower parli al mondo, più crescono i contatti, più cresce la responsabilità, nelle relazioni personali e pubbliche. Dalle primarie in poi i mie contatti di rete col Pd sono aumentati ed è il motivo per cui l’altra sera ero lì. E’ bene raccontare glocal, un intero pomeriggio a raccontare la Basilicata non può essere di gradimento per tutti. In realtà questo racconto non andava fatto da me, l’evento aveva un suo profilo twitter ma l’account non è stato usato. Il profilo istituzionale doveva muoversi un po’ di più, in ogni caso è stata un’esperienza di comunicazione nuova e importante, sul display apparivano anche i tweet di cazzeggio e c’era il rischio che qualcuno commentasse cose del tipo: non avete capito nulla».

Beh, anche in un’assemblea diciamo tradizionale c’è il rischio che qualcuno si alzi e dica questo

«Sì, in effetti sì. E comunque dalla sala pochi tweet, benchè il pubblico fosse variegato, giovani, sindaci. Da parte dei sindaci forse mi sarei aspettata qualche contributo in più, un punto di vista, maggiore esposizione, concetti accompagnati da chi l’ha detto. Twitter cerca sincerità. E’ mancata poi la sintesi finale della serata, uno storyfy, restano frammenti».

Come viene percepita la Basilicata in rete?

«Spesso suscito interesse, soprattutto con le foto, ma questo è il mio modo di essere ovunque mi trovi. Non c’è un’identità percepibile della Basilicata, credo che abbia bisogno di comunicare belle notizie. Aumentano, ovviamente, coloro che si appropriano dello strumento ma esiste ancora un gap culturale, pochi conoscono la grammatica di twitter, e dunque sono poco consapevoli di essere riconoscibili, di produrre effetti su altre persone».

Come si coniuga la grammatica di twitter con l’essere se stessi?

«Devi rifletterci su, bisogna avere uno stile e esserne consapevoli. Essere conspaevoli che sei riconoscibile. Oggi se devono selezionarti per un lavoro controllano chi sei, come stai in rete è il tuo curriculum digitale. Ci sono delle regole, a mio avviso consigliabili».

(per chi volesse approfondire https://www.steveladurantaye.ca/personal-twitter-rules/)

Per finire Catepol, questa assemblea si poteva svolgere anche solo on line?

«No, no, doveva essere così, un’assemblea in carne e ossa»

Note negative?

«Nessuna donna ha preso la parola».

ps: A proposito della tesi che esisti in quanto twitti, segnalo una bella intervista di Sofia Coppola su www.iodonna.it «Non twitto, non ho un account, non mi piace una vita virtuale e soprattutto non ho tempo, ho due figli e un lavoro»

@l_serino

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