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Egregio direttore,

approfittando dell’ospitalità del Quotidiano sulle  problematiche che riguardano la sanità lucana, la nostra associazione vuol fare alcuni rilievi su aspetti importanti che riguardano l’ospedale San Carlo di Potenza.

La convenzione tra l’ospedale San Carlo e il Bambino Gesù di Roma, come da più parti segnalato, non sta dando i risultati sperati.

Le trionfalistiche previsioni iniziali non si sono, fino ad oggi, verificate, quasi un anno è passato.

Da quello che ci risulta, non solo vengono meno quei vantaggi tanto pubblicizzati, ma addirittura ci sono situazioni deficitarie rispetto alla convenzione.

Il contratto con il Bambino Gesù è stato stipulato per cinque anni, costerà alla Regione Basilicata 1,4 milioni di euro all’anno che in totale fanno circa 7 milioni di euro. La convenzione prevede un incremento dell’attività del 20% il primo anno e del 30% il secondo anno.

I dati del 2012 (cioè dopo un anno) registrano invece, un aumento dell’attività del solo 6% ben al di sotto del 20% previsto; un presunto ricavo di 130 mila euro a fronte di un esborso di 1milione e quattrocentomila euro; un passivo iniziale esorbitante e  che si commenta da solo.

Per una valutazione più completa mancano i dati dell’emigrazione sanitaria, che non si sa da chi sono “custoditi”!

Qualcuno parla di un incremento del flusso verso il Bambino Gesù stesso.

Nel merito dell’attività portata avanti dai sanitari del Bambino Gesù, bisogna rilevare che queste non sono differenti da quelle svolte in precedenza dal personale sanitario del San Carlo.

Basta scorrere, ad esempio, le casistiche operatorie.

L’unica diversità consiste nella settimana cortissima del personale romano!

Purtroppo i bambini lucani si ammalano anche i giorni festivi e anche il martedì, il venerdì e il sabato.

Altri aspetti ugualmente si prestano a valutazioni critiche.

Le consulenze pediatriche, per alcune specialità inviate dal Pronto soccorso, non vengono eseguite dal personale del Bambino Gesù, a volte solo dopo affannosi giri e trattavive.

La stessa collaborazione con i pediatri del San Carlo, a parte l’ortopedia, è molto aleatoria e sporadica.

Malgrado i dati ad oggi poco consistenti, il nucleo del Bambino Gesù si è dotato anche di un addetto stampa. Questo contrasta (veramente) con tutte le difficoltà che il personale sanitario del San Carlo è costretto ad affrontare.

Alimentiamo il fumo, tanto c’è chi pensa all’arrosto…

Questa realtà non può essere ne nascosta e sopratutto taciuta. Non basta il  tour per l’ennesima iniziativa pubblicitaria per cambiare la realtà delle cose.

Ancora una volta, a fronte di un grosso sforzo di amplificazione mediatica non si guardano gli indicatori di risultato per correggere l’errore commesso. Tanto non solo paga pantalone, ma finanziamo strutture private e non pensiamo ai tanti lucani che rinunciano a curarsi per mancanza di soldi.

Il progetto tanto pubblicizzato con il Bambino Gesù produce disavanzo.

Non va taciuto però un aspetto importante che comporta una serie di vantaggi, i bambini affetti da patologie gravi viene assicurato il trasferimento presso la struttura centrale del Bambino Gesù e che le famiglie trovano adeguata assistenza e valido sostegno.

A parte questo, che rappresenta un aspetto positivo, i fondi per la convenzione 7 milioni di euro in cinque anni, potevano essere utilizzati in parte per la formazione del personale del San Carlo attraverso corsi presso centri di eccellenza, “Bambino Gesù” compreso. Così si sarebbe garantita un’attività 24 su 24 ore e per 365 giorni all’anno con un personale formato in grado di assicurare buon livelli assistenziali anche per il futuro.

Con mezzi e personale adeguati il personale del San Carlo non è secondo ad alcuno.

I lucani già penalizzati da tagli, ticket, pagamenti di parcheggi, ci devono rimettere, anche nella convenzione con il Bambino Gesù. Di chi è stata l’idea? Un premio!

 

*Comitato di difesa per la sanità pubblica – tutela per i diritti

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