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HO molto, anzi moltissimo condiviso l‘editoriale di ieri del direttore de Il Quotidiano, Lucia Serino, sulla necessità di purificare il dibattito politico di questi giorni dalla continua ricerca di ciò che si è fatto (o non si è fatto) per dar corpo, il più delle volte, solo a sterili polemiche.

Insomma abbiamo ora più che mai bisogno di ricondurre il dibattito politico sulla via maestra dei temi e dei programmi, dei bisogni e delle priorità delle cose che immaginiamo di inserire in agenda per gli esclusivi interessi dei territori e dei lucani che amministriamo.

Non so se la soluzione al bisogno di dibattito sano e utile per il futuro della nostra regione possa venire da una moratoria come qualcuno proponeva, ma credo che di certo uno sforzo  per caratterizzare ragionamenti su quello che sarà e non su ciò che è stato sia doveroso e necessario.

Non vi è alcuna oggettiva e comprensibile ragione nel ricercare polemiche e scontri, a volte personali, se non quella di rispolverare rancori, consumare piccole “vendette” e continuare a fare il gioco di chi sotto sotto alimenta la logica delle divisioni anche quando queste non sono supportate da convergenze di prospettiva dei singoli.

Sono assolutamente legittime le ambizioni personali, anche in politica, ma la realizzazione delle stesse avviene attraverso la volontà popolare non certo vincendo la sfida interna tra pochi rivali quasi come fosse una privata partita a battaglia navale.

Se è vero che l’obiettivo è comune e condiviso, ovvero lavorare per il bene ed il futuro della Basilicata e dei lucani non vi è motivo di continuare su questa via. Non vi è giorno e non vi è iniziativa politica che il dibattito che ne consegue non sia caratterizzato quasi esclusivamente dal gioco del chi sarà cosa e non del chi farà cosa.

Contrasti e dissensi, anche personali, sarebbero comprensibili e magari anche auspicabili se basati su differenti posizioni e vedute su precisi temi e programmi. In tal caso vorrebbe dire che almeno vi sarebbe un dibattito vivo ed accesso sui contenuti e sui programmi e non sugli organigrammi.

Certo è d’obbligo uno sguardo al passato per comprendere fino in fondo perché e come si arrivati fin qui, a quale classe dirigente appartengano meriti o demeriti se c’è e quale sia il livello di rinnovamento e soprattutto di formazione politica offerto alle nuove generazioni.

Non trinceriamoci dietro l’alibi di qualche esempio di rinnovamento avvenuto nella nostra regione. Non disconosco alcuni di questi casi ma sarebbe bello ed auspicabile che alle nuove generazioni vengano offerte occasioni e spazi per misurarsi e per agire così da avviare un rinnovamento per merito e capacità e non per relazioni e conoscenze.

Abbiamo utilizzato le primarie per la scelta del candidato premier il cui vincitore oggi non solo non è primo ministro ma nemmeno segretario del PD e paradossalmente quasi scomparso dalla scena politica, per la scelta dei candidati al Parlamento salvo poi ridurla ad una conta tra pochi dal risultato oggettivamente scontato ed oggi, che facendo tesoro di queste esperienze, vi sono tempi e condizioni per ricorrere a delle primarie vere, libere ed aperte per la scelta del futuro Governatore della regione tutti le vogliono, molti le invocano ma nessuno assume su di sè il doveroso onere di avviarne la macchina organizzativa. 

Un po’ come avviene da tempo ormai per il porcellum, tutti vogliono modificarlo ma è altissimo il rischio tornare al voto prima della naturale scadenza della legislatura senza che ciò sia avvenuto.

Di fronte ad una oggettiva crisi gestionale del PD, di un partito che riesce a fare propri i problemi di altri partiti tanto da accentuare divisioni interne ed alimentare polemiche, è purtroppo oggettivamente indispensabile il ricorso alle primarie e per la Regione, e per la città di Potenza il prossimo anno.

E stiamo attenti a fare il gioco delle divisioni anche tra territori; lo dico a me stesso, ai potentini ed agli amici materani, va archiviata quanto prima una vicenda, quella delle province, che ha mostrato tutta l’incapacità e la irresponsabilità di chi aveva il dovere di giungere a soluzioni vere e responsabili. Non è giusto scaricare sui fratelli, per giunta minori, le conseguenze delle incapacità e delle irresponsabilità dei genitori.

Insomma lasciamo da parte individualismi e calci scorretti, per riprendere le parole del direttore Serino, e utilizziamo una grossa dose di coraggio! Coraggio nel perseguire ciò che è giusto anche quando questo potrebbe compromettere le sorti politiche dei singoli, coraggio nell’affrontare e comprendere fino in fondo i segnali che pure in Basilicata arrivano dall’elettorato, coraggio nel comprendere fino in fondo le esigenze ed i bisogni dei nostri territori e delle giovani generazioni, coraggio nel comprendere che si è definitivamente conclusa una stagione politica anche metodologicamente parlando. O faremo tutto ciò o assumeremo su di noi la responsabilità del fallimento.

 

*Consigliere comunale città di Potenza

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