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REGGIO CALABRIA –  A pagina undici del suo secondo memoriale recapitato ieri a un avvocato (LEGGI L’ARTICOLO) Nino Lo Giudice offre la sua versione sulla fuga di giugno. Nel racconto dell’ex collaboratore di giustizia quella di lasciare Macerata era ormai divenuta una scelta obbligata, troppe le dichiarazioni senza sostegno probatorio che aveva offerto ai magistrati e assai alto il pericolo di finire sotto terra. Lo Giudice ricostruisce un paio di episodi particolari e, poi, tira in mezzo anche Gianfranco Donadio: magistrato salernitano ed ex braccio destro di Piero Grasso alla Dna con competenza su Caltanissetta e Palermo. 

Nino “il nano” nel suo secondo memoriale dopo quello fatto pervenire a giugno, all’indomani della sua clamorosa scomparsa (LEGGI IL TESTO IN PDF) racconta di essere scampato ad alcuni tentativi di eliminarlo e di avere vissuto notti insonni per paura di essere ammazzato assieme alla compagna “dopo le dichiarazioni false che gli aveva fatto fare il dott. Donadio”.

BERLUSCONI E DELL’UTRI NEL MIRINO – Richieste che, come scrive Lo Giudice, lo “lasciavano sbigottito”. Ma cosa gli avrebbe chiesto il sostituto della Direzione nazionale antimafia? E’ sempre Nino Lo Giudice a chiarire, offrendo la propria versione dei fatti, ogni interrogativo. Nella ricostruzione dell’ex pentito il magistrato salernitano gli avrebbe chiesto “di rilasciare dichiarazioni contro Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri”. Gianfranco Donadio, definito da Lo Giudice “l’enigmista occulto”, lo avrebbe incontrato e gli avrebbe chiesto di collaborare con la Dna. “Mi disse – racconta Lo Giudice – che era mio dovere collaborare con la Dna in quanto avevo sottoscritto un contratto con lo Stato di cui non mi potevo sottrarre in alcun modo al suo volere. Mi voleva portare a rilasciare dichiarazioni contro Silvio Berlusconi e Dell’Utri. Mentre lui menzionava quei nomi lo guardavo sbigottito e non riuscivo a credere alle mie orecchie. Mi sembrava di sognare”.

I PRESUNTI “TAGLI” AL PRIMO MEMORIALE – Infine Lo Giudice chiede siano rese note le parti mancanti degli audio e dei video (GUARDA) che sarebbero nella memory card inviata col suo primo memoriale. Vi mancherebbero le riprese delle persone che avrebbero ritirato a casa sua il plico destinato alla Procura nazionale su richiesta dell’aggiunto Donadio, “l’enigmista occulto” che sarebbe il responsabile della sua scelta di scappare.

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