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RIACE – Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, di nuovo oggetto di minacce: stavolta non è la ‘ndrangheta a voler fermare il primo cittadino che ha fatto del suo paesino mezzo disabitato il luogo simbolo dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti, ma il “partito nazionalista italiano” o chi, comunque, si spaccia per un suo membro. In una lettera di due pagine, che riporta il timbro postale di Milano, il primo cittadino viene descritto come “collaborazionista” degli immigrati e “assoggettato al ministro Kyenge”. Poco più di una settimana fa il ministro per l’Integrazione è infatti stata a Riace per vedere di persona il modello di accoglienza creato da Lucano. E, nel passaggio più preoccupante, l’autore della lettera ora sequestrata dalla polizia, accusa il sindaco di “permettere l’ascesa del popolo africano nel territorio italiano” e per questo, nella missiva, si invoca la “battaglia come hanno fatto i fratelli del Ku Klux Klan”, ovvero l’organizzazione razzista statunitense che dalla seconda metà del 1800 professa la superiorità della razza bianca. 

«Non ho affatto paura – ha commentato Mimmo Lucano. Quanto accaduto non mi intimorisce ne interferirà con la mia attività». «La nostra comunità – ha detto il sindaco che è riuscito a far cambiare il copione del film sull’accoglienza di Wim Wenders e portarlo a girare “Il Volo” anche a Riace – si è ormai convinta dell’idea di un mondo senza barriere, dove la terra è di tutti». E sulla triste vicenda poche ore fa è intervenuta anche la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, che con una telefonata al sindaco di Riace ha espresso tutta la sua solidarietà. «Ho ricevuto – racconta lo stesso Mimmo Lucano, combattivo più che mai – una telefonata di solidarietà dalla presidente della Camera. Le parole della Presidente sono state molto importanti per me, un incoraggiamento ad andare avanti. Ancora una volta Laura Boldrini – aggiunge il sindaco noto in tutto il mondo per i suoi progetti di rivitalizzazione del borgo beffato dai Bronzi – dimostra attenzione per questo territorio e per l’esperienza di Riace, di cui è cittadina onoraria. 
La presidente ha definito «farneticanti e inquietanti» i contenuti della lettera con quei richiami al sangue, alla razza e alla vicinanza ai «fratelli del Ku Klux Klan». «Ho raccontato alla presidente Boldrini – prosegue il sindaco di Riace – di come la cittadinanza di Riace abbia fatto quadrato intorno a me e abbia respinto in maniera netta e ferma queste minacce. Le ho anche detto di come i più impressionati da questa lettera siano stati bambini, che su internet avevano visto alcuni filmati proprio sul Ku Klux Klan. Infine ho espresso alla presidente tutta la mia inquietudine per il futuro di Riace e del progetto di accoglienza, anche nella prospettiva della scadenza del mio mandato fra nove mesi. Mi auguro che questa esperienza venga, comunque, seguita e portata avanti anche nei prossimi anni».
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