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VIBO VALENTIA – “Il clan Mancuso voleva uccidere i Soriano”. Lo ha affermato in aula il collaboratore di giustizia Michele Iannello, uno dei due autori dell’omicidio di Nicholas Green, nell’udienza del processo “Ragno” che vede imputate otto persone tra familiari e componenti del clan Soriano di Pizzinni di Filandari, nel Vibonese, accusati di associazione mafiosa, armi, estorsioni, danneggiamenti.
Il pentito, collegato in videoconferenza, ha aggiunto che lui e un’altra persona, erano “stati incaricati di eliminare nello specifico Leone, Francesco e Gaetano, ma l’agguato non si fece. Il movente stava nel fatto che il clan faceva estorsioni agli imprenditori già taglieggiati dagli stessi Mancuso”. Un altro pentito, Angiolino Servello, ha affermato che la cosca di Pizzinni aveva commesso estorsioni “nei territori di Ionadi, Nao, San Costantino e Filandari ai danni di imprenditori e commercianti”. E di soldi, ha aggiunto in aula il collaboratore, il “gruppo ne faceva tanti, non so quantificare la cifra, ma so che erano parecchi”.
Per Servello, i Soriano “erano morti che camminano in quanto entrati in contrasto con gli Accorinti, nell’ambito del quale negli anni ’90 rimase ferito Gaetano Soriano, con Raffaele Fiamingo (ex boss di Spilinga), Rosario Fiarè (boss di San Gregorio D’Ippona) e Saverio Razionale (suo braccio destro), con questi ultimi due che volevano distruggerli”.

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