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MATERA – Un’occasione ancora tutta da cogliere ma con uno scatto in avanti da parte del Governo nazionale una speranza può esserci ancora.

La zona franca a Matera rimane un sogno da realizzare per il quale l’associazione appositamente sorta in città si sta battendo da non poco tempo ma in realtà altre sono, a quanto pare, le questioni che agitano e complicano non poco la situazione.

Ricostruirle non è operazioni semplice ma di fatto le zone franche previste nel 2009 inizialmente sono ripartite grazie ad un decreto del Governo del 2012 che però segnalava come questo tipo di integrazione per gli imprenditori non potesse esserci per quelle Regioni fuori dal cosiddetto Obiettivo 1 e tra queste c’è ovviamente anche la Basilicata.

Un aspetto sostanzialmente tecnico e che verrebbe anche bypassato ma che ad oggi costituisce un ostacolo per accedere ai benefici fiscali che le zone franche garantirebbero in particolare alle piccole imprese insediate nell’area indicata e prescelta come nel caso, a Matera, del Paip.

Non sono mancate nel tempo le deroghe a quanto contenuto nel decreto del marzo 2012 ma su questo le risposte ricevute finora dal Governo sono state decisamente negative.

A parlare e continuare a ritenere possibile questa strada e dunque l’istituzione delle zone franche è l’assessore comunale Giovanni Scarola che ha spiegato al “Quotidiano”: «abbiamo chiesto insieme al sindaco Adduce al ministro Zanonato di poter rivedere la propria posizione, del resto inizialmente anche altre realtà come L’Aquila, la Sardegna e la stessa Puglia non erano ricomprese nell’ambito del decreto.

Noi avevamo dato la disponibilità ad individuare dei fondi locali che la Regione Basilicata è pronta a mettere a disposizione», ha spiegato l’esponente dell’esecutivo, «si tratterebbe dunque solo di eliminare quell’elemento escludente dal decreto e permetterci di poter accedere ai codici di esenzione previsti.

 Senza un aggravio diretto sul Governo.

Al momento le risposte avute non hanno cambiato la situazione del decreto e c’è stata una rigida interpretazione burocratica ma non abbiamo intenzione di arrenderci su questa questione. Anche perchè ci rendiamo conto che a differenza di altri interventi che richiedono investimenti, aiuti, progetti, in questo caso si tratterebbe di ossigeno puro per le imprese.

La zona franca infatti prevede delle zone per le quali le imprese che ci sono e quelle che si insediano hanno diritto ad una serie di esenzioni.

Non contributi diretti ma esenzioni che alleggeriscono di molto il peso che le piccole imprese portano su di loro in questo particolare momento di crisi».

Visto il comportamento dei mesi passati è dunque probabile che il Governo possa nel corso delle prossime settimane e magari anche con un’azione serrata dei parlamentari lucani far emergere la necessità di reinserire Matera nella zona franca eliminando la norma che oggi impedisce l’accesso alle agevolazioni.

A quel punto toccherà poi alla Regione fare la propria parte fino in fondo, come è stato garantito in altre occasioni passate, e riuscire a dimostrare di poter finanziare questo tipo di intervento per le imprese di quel territorio.

La questione rimane aperta anche se non di facile soluzione, ad oggi però è un’altra chance da non lasciarsi sfuggire proprio in termini di appeal produttivo che un territorio dalle mille criticità come quello materano potrebbe afferrare al volo.

«Noi continueremo ad insistere, aspettiamo che si definisca il quadro a livello nazionale per provare ad avere un incontro con il Governo. Ci pare che l’intervento possibile non abbia limiti tassativi per la nostra richiesta» conclude Scarola.

Le speranze dell’Associazione zona franca che su Matera continua a lavorare, guidata da Nino Liantonio, con intatta abnegazione.

p.quarto@luedi.it

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