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SE l’obiettivo del nuovo governo è quello di investire sulla scuola non si sta partendo con il piede giusto. Perchè la scuola non è fatta solo di edifici e strutture, ma anche di persone. E tra queste persone ci sono anche i lavoratori ex Lsu impegnati nelle pulizie.

Parliamo di persone che da anni vanno ad aprire le scuole e si occupano di garantire adeguate condizioni igienico-sanitarie. Lavoratori che non si sono certo arricchiti in questi anni: guadagnano intorno agli 800/900 euro al mese. E nella maggior parte dei casi quello è l’unico reddito familiare.

Eppure è anche grazie a loro che le scuole restano aperte. Dal prossimo 1 aprile però potrebbe aprirsi una situazione di caos. Accadrà In tutta Italia, ma altrove si è recuperato un altro mese. Qui no.

«In Basilicata – spiega Rocco Della Luna della Uiltucs Uil – sono circa quattrocento i lavoratori ex Lsu e appalti storici impegnati negli appalti di pulizia e servizi ausiliari presso gli Istituti scolastici. La gara di appalto, aggiudicata con un ribasso pari al 62%, mette a rischio la continuità occupazionale, la salvaguardia del reddito e la paventata riduzione dell’orario di lavoro settimanale metterebbe a rischio anche il diritto allo studio, con immediate ricadute sugli studenti e sulle loro famiglie».

Così ieri mattina i lavoratori si sono ritrovati sotto il Palazzo della Regione per chiedere al presidente Marcello Pittella un intervento deciso presso il ministero della Pubblica istruzione. Due le principali richieste: la proroga al 30 giugno 2014, alle stesse condizioni, dell’attuale affidamento degli appalti di pulizie e servizi ausiliari presso gli Istituti scolastici e poi l’internalizzazione del servizio nella pubblica amministrazione e l’avvio del processo di stabilizzazione, come già avvenuto per gli altri Lavoratori socialmente utili.

Cosa sta accadendo? Accade che ancora una volta i nostri piccoli numeri ci penalizzano, «nonostante proprio qui in Basilicata – dice Della Luna – abbiamo cercato di distribuire gli ex Lsu in base alle reali necessità delle scuole. E proprio in questa regione, tra l’altro, abbiamo operato un costante svecchiamento della platea. Però, mentre in altre regioni il contratto d’appalto sarà prorogato, qui no. Siamo l’unica regione in cui l’appalto (che è nazionale) è stato già fatto». E così gli addetti lucani si ritroveranno dal 1 aprile a lavorare con un orario ridotto del 60%: «che fanno, prendono servizio per un’ora al giorno? E fate voi stessi il calcolo di quanto resta nella busta paga di queste persone. Come potrebbero far sopravvivere le loro famiglie con 150/200 euro al mese?». Una situazione drammatica che riguarda persone che davvero rivestono un ruolo importante nelle scuole. Che senza le necessarie condizioni igienico-sanitarie potrebbero anche essere costrette a chiudere. «Ieri mattina – ha detto Della Luna – abbiamo ricevuto rassicurazioni dal dirigente Vito Marsico, in contatto con il presidente Pittella che era già a Roma. Ci ha garantito che si sta già attivando e che solleverà la questione nella Conferenza Stato-Regioni». 

a.giacummo@luedi.it

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