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POTENZA – Non c’è scampo, soprattutto per i giovani. I dati Istat sulla disoccupazione in italia nel mese di febbraio raccontano di una Italia ferma, che fa un po’ meglio della devastatissima Spagna ma che si trova con migliaia di giovani a spasso. E Renzi, che ieri era in Inghilterra per incontrare il premier David Cameron, avrà davanti una sfida impossibile. Certo, bisognerà partire da qualcosa, in primis dall’eliminazione di tutte quelle forme contrattuali atipiche, così come previsto nel Jobs Act, ma bisognerà trovare anche validi strumenti per rendere competitive le aziende. Perché se l’industria non produce fatturato difficilmente si potrà pensare che assumeranno nei prossimi anni. In più c’è da tenere conto un altro fatto: nella pubblica amministrazione resiste la questione del blocco del turn over, ciò significa che sarà sempre più complicato rinnovare anche nel pubblico. E il problema è che la flessione del lavoro non è una cosa che accade da poco tempo, l’Italia va avanti così da anni, e ogni mese si continuano a sfiorare nuovi “record”, ovviamente tutti in negativo.

Ecco la fotografia, tutta ombre, sul mercato del lavoro, scattata a febbraio dall’Istat. Di seguito i tratti principali di un profilo che sta diventando sempre più drammatico. Tanto che per tornare a un tasso di disoccupazione sotto la soglia del 10%, secondo l’obiettivo indicato dal premier Matteo Renzi, occorrerebbe ridurre l’esercito dei senza lavoro di circa 780 mila unità. 

DISOCCUPAZIONE RECORD – Il tasso dei senza lavoro a febbraio sale ancora, segnando un nuovo massimo. Statisticamente la variazione rispetto a gennaio è stata nulla, ma fuori dagli arrotondamenti c’è un aumento di 0,046 punti percentuali che porta il dato al 13% dal 12,9%. 

3,3 MILIONI SENZA LAVORO – In Italia sono in cerca di un lavoro 3 milioni 307 mila persone, un numero mai registrato prima.

UN ITALIANO SU 2 NON LAVORA – Non confortano i dati su chi ha un impiego: la quota dei fortunati si assottiglia sempre più (il 55,2%), al minimo da 14 anni, con quasi la metà della popolazione fuori dal lavoro.

MILLE POSTI PERSI OGNI 24 ORE – Nel giro di un anno l’Istat conta 365 mila occupati in meno, portando a mille la media giornaliera, compresi i festivi, dei posti andati in fumo. 

OCCUPATI SOLO 923 GIOVANI – Tra gli under 25 c’è ormai un testa a testa tra occupati, sotto un milione, e disoccupati, quasi 700 mila. Il tasso dei senza lavoro infatti è al 42,3%, ancora vicinissimo al record assoluto, mentre la quota di chi può vantare un impiego è scesa al 15,4%. Basti pensare che da febbraio del 2013 allo stesso mese del 2014 l’Istat certifica 107 mila ragazzi occupati in meno. Ed è questa una delle cifre che preoccupa di più non soltanto l’Istat, perché senza giovani occupati difficilmente si potrà pensare ad una ripresa in tempi brevi, al netto delle riforme.

LE DONNE – La disoccupazione femminile (13,6%) resta più alta di quella maschile (12,5%) e ancora più marcata è la differenza sull’occupazione (46,6% contro 64%), ma guardando agli scarti mese su mese, le donne ne escono un pò meglio, con 26 mila lavoratrici in più, a fronte di 65 mila uomini occupati in meno. Anche se bisogna ricordare come molto spesso l’occupazione femminile sia stata sostenuta dalle lavoratrici straniere e dalla permanenza a lavoro delle donne più adulte, dovuta alle riforme pensionistiche.

SOTTO IL 10% – Riportare il tasso dei senza posto al 9,9% comporterebbe, stando ai dati di oggi sulle forze lavoro, tagliare l’esercito delle persone a caccia di un impiego di circa il 24%, portandole da 3,3 a 2,5 milioni, quanti erano due anni fa. Il tasso però è un rapporto che mette a confronto quanti cercano un posto con il numero delle forze lavoro (occupati più disoccupati). Per abbassarlo si potrebbe agire anche sull’altra leva, quella dell’occupazione, anche se probabilmente lo sforzo sarebbe ancora più impegnativo.amo sicuri sia funzionale?»

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