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MATERA – Partecipazione e responsabilità. Il 68esimo anniversario della Repubblica italiana, celebrato a Matera ha più volte richiamato questi due termini nel corso della cerimonia che si era aperta alla villa dell’Unità d’Italia.

Lo ha fatto Simone Contini, presidente della Consulta degli studenti e lo ha  fatto anche il presidente della Provincia, Franco Stella.

Alla democrazia, simbolo della giornata di festa,  ha fatto riferimento il sindaco Salvatore Adduce che ha anche ricordato che la ricorrenza è stata ripristinata nel 2001 grazie al Capo dello Stato dell’epoca. Richiamando il  volere comune, Adduce ha aggiunto: «Fondamento di tutto è la partecipazione nel suo significato letterale: dividere con altri. A quella esperienza e a quei valori dobbiamo attingere anche nel tempo che siamo chiamati a vivere».

E al futuro il sindaco ha guardato aggiungendo: «Dobbiamo indirizzare gli sforzi di tutti perchè i nuovi saperi producano  riccheza e lavoro, nuovi posti di lavoro. Questa deve essere la nostra battaglia: concentrare tutte le forze per dare lavoro ai giovani. La festa della repubblica italiana, fondata sul lavoro non può non ricordare il grande irrisolto problema dell’accesso al lavoro di milioni di suoi figli».

E’ stato Contini a toccare uno dei temi più attuali e al tempo stesso mai risolti dalla politica: «Noi giovani oggi, e lo dico con grande rammarico, ci sentiamo distanti dalla Res pubblica, dalla cosa pubblica che però ogni giorno condiziona fortemente le nostre azioni. Siamo parte di una generazione che non riesce più a percepire lo Stato come un amico, ma piuttosto lo inquadra come qualcosa da cui allontanarsi, proteggersi, salvaguardarsi. Oggi siamo qui – ha aggiunto – per lanciare un appello a tutti: “Partecipate!”. L’appello ai coetanei si è mosso sulla stessa lincea: “La vera missione alla quale la Consulta e con lei gli studenti e i giovani tutti, non intende sottrarsi è un appasisonamento civile. Insieme  – ha proseguito – possiamo diventare il cambiamento, interessandoci e informandoci, perchè solo con una pura, indondizionabile e critica coscienza potremo rendere davvero omaggio a tutti quelli che, giovani come noi, hanno immolato le proprie  vite».

«Se il referendum istituzionale  del 2 giugno 1946 – ha detto il presidente Franco Stella – inaugurò uno spazio di libertà unico nella nostra storia, è pur vero che definì con altrettanta importanza il dovere per ognuno di esercitarla, quella libertà, con profondo senso di responsabilità  e di coerenza nei confronti della cosa pubblica. La partecipazione – ha aggiunto – è un luogo bellissimo di espressione e di confronto che aiuta la società a non perdersi e, soprattutto nei momenti più difficili, l’aiuta a risorgere».

a.ciervo@luedi.it

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