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di STELLA CIARLETTA
Ho partecipato lo scorso 10 luglio alla importante riunione convocata dal Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero con il Partenariato Economico e Sociale, nel corso della quale sono state discusse le politiche da attivarsi per il rilancio della economia e del welfare calabrese per fronteggiare la crisi economica.
È da apprezzare il metodo scelto dal governo regionale di confronto dialettico con gli attori sociali per condividere le strategie, raccogliere critiche e stimoli e sottoscrivere un documento comune di impegni su temi ritenuti fondamentali quali il miglioramento della qualità sociale, il sostegno al mercato del credito e del lavoro, il sostegno alle imprese, la trasparenza e velocizzazione della spesa. Il mio compito è stato quello di portare l’ottica di genere e la specificità femminile in seno al dibattito e, quindi, valutare l’impatto che la crisi sta avendo sulle donne, di come in maniera diversa queste ne subiscano gli effetti e dei possibili interventi mirati in loro favore. Dare priorità alla salvaguardia del lavoro maschile potrebbe essere il primo istinto di un governo nazionale, e in realtà pare che lo sia, basti pensare alle parole con le quali l’economista Stefano Zamagni definisce le attuali politiche di welfare tutte tarate “sull’uomo medio di cinquant’anni, lavoratore dipendente, capofamiglia”. Ma una scelta simile potrebbe risultare fatale per le donne, che vedrebbero compromesse le proprie conquiste sul lavoro, laddove si dovesse tendere a dare precedenza ai lavoratori maschi. Storici strumenti quali gli ammortizzatori sociali, anche in deroga, non possono raggiungere chi, come le donne e giovani, è già fuori dal mercato del lavoro senza aver dovuto aspettare la crisi. L’Advisory Committee dell’Unione Europea, in tal proposito, ha recentemente formulato un parere sulla prospettiva di genere in risposta alla crisi economica e finanziaria, l’opinion on the gendere perspective on the response to the economic and financial crisis, dove ci sono alcuni richiami ricorrenti che riguardano la raccolta dati, la valutazione di impatto, la assunzione dell’ottica di genere nella definizione delle politiche e budget così come le conoscenze e competenze per agire in ottica di pari opportunità. La maggioranza degli Stati Membri, ad oggi, ha adottato interventi “gender neutral”, sono ancora pochi gli Stati che portano avanti la valutazione dell’impatto di genere quando sviluppano nuove politiche. E una simile disattenzione porta a ignorare fenomeni sociali importanti che assumono caratteri tipicamente femminili come il lavoro part-time, il lavoro non regolare e il lavoro di cura non retribuito che le donne quotidianamente svolgono, tutte facce di una unica medaglia che rappresenta la questione femminile. Valutare l’impatto che la crisi può avere su uomini e donne può tradursi, a livello regionale, in una programmazione gender oriented dei fondi strutturali da utilizzare in seno al Piano anti crisi introducendo misure correttive di un mercato del lavoro ancora oggi discriminatorio e squilibrato. Attivare politiche in favore delle donne significa guardare al futuro e credere in una crescita socialmente sostenibile della Calabria, pertanto è necessario focalizzare gli interventi per favorire l’accesso alla formazione per donne e uomini che comprenda le competenze necessarie per i nuovi lavori del futuro; garantire formazione lungo tutto l’arco della vita e aggiornamento per chi ha perso il lavoro e per le donne al rientro dopo periodi di assenza dovuti a responsabilità familiari di cura; fare orientamento alla carriera nel corso della vita alle donne che offra informazioni sulle varie opzioni; introdurre misure che facilitino la condivisione delle attività di cura; continuare a promuovere politiche di conciliazione vita/lavoro per le donne impegnate nel lavoro o in percorsi di formazione; incoraggiare accessibilità e prestiti alle donne imprenditrici, in particolare nella forma del microcredito. Il mio contributo alla riunione di Copanello si è concluso con l’auspicio che per la Calabria questo momento di difficoltà si possa trasformare in una opportunità per combattere ineguaglianze e discriminazioni in modo che la ripresa possa avvenire grazie ai talenti, capacità ed energie di tutte le componenti della società.

Consigliera di Parità della Regione Calabria

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