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di PIERANTONIO LUTRELLI

Non è da tutti dimettersi da un incarico assessorile, lui, Lino Barbalinardo, l’altro ieri lo ha fatto, rimettendo nelle mani del sindaco di Pisticci, Michele Leone, la delega all’Ambiente. L’esponente del Pdl, 48 anni, lavora presso Acquedotto lucano e proviene da Alleanza nazionale. Molto legato da una profonda amicizia con il vicesindaco, Domenico Lazazzera, Barbalinardo, era entrato nella giunta comunale in seconda battuta, quando dopo una verifica politica (tutta interna ad An) il sindaco aveva dovuto togliere la delega a Franco Plati. Ma cerchiamo di capire cosa è accaduto, perché Barbalinardo si è dimesso? Tutto ruota intorno questioni di ufficio. Non c’è nulla di politico. Ebbene sì, la decisione sarebbe maturata a causa di una profonda idiosincrasia con il dirigente municipale del settore Ambiente, l’ingegner Antonio Grieco. Nello specifico, assessore e dirigente hanno litigato sulla questione legata alla riapertura della discarica municipale per i rifiuti solidi urbani, chiusa da tempo. Il sindaco e l’assessore dimissionario hanno lavorato non poco perché questa, dopo essere stata trascurata, tornasse funzionale. E ora che sarebbe a norma a causa della mancata firma autorizzativa dirigenziale, non può aprire. Cosa non da poco per le finanze comunali, in quanto attualmente i rifiuti vengono trasportati nella discarica di Pomarico, con comprensibili costi per l’ente. Spesa che non solo verrebbe meno in caso di riapertura della discarica propria, ma che apporterebbe anche un guadagno non indifferente per le casse comunali poiché sarebbero anche altri comuni a conferire la propria spazzatura. Siccome la legge Bassanini ha stabilito che le autorizzazioni dirigenziali sono imprescindibili, il tutto è fermo. Ora resta da capire solamente quali sono le motivazioni di Grieco. Così, nel frattempo, Barbalinardo, che avrebbe potuto restare assessore e rimettere soltanto la delega all’Ambiente, ha preferito, da persona seria e integerrima qual è, farsi da parte, poiché impossibilitato a espletare il proprio compito di amministratore municipale. Un bell’esempio, soprattutto se si considera il fatto che, statisticamente, atteggiamenti come questo sono al di sotto della soglia di rilevanza. Se la “scossa” che Barbalinardo ha inteso dare con il gesto dimissionario, pare concordata con il sindaco Leone e con il suo leader di riferimento, il vice sindaco Lazazzera, non dovesse sortire gli effetti sperati, ossia che il dirigente (al quale che ad onor del vero è assoggettato alla responsabilità civile, penale e amministrativa) non si piegherà alla volontà politica impressa dalla giunta comunale, Barbalinardo non tornerà più tra i banchi dell’esecutivo. Al suo posto, ma per il momento l’ipotesi è ancora remota potrebbe subentrargli Angela Giasi o l’avvocato Lino Donato, già assessore all’Ambiente nella giunta Giannone. E Barbalinardo? Potrebbe avere un altro assessorato, ma a quel punto chi uscirà per fargli posto? Vuoi vedere che si apre dopo il silenzio (assordante) del caso Lazazzera, la verifica politica al Comune, anche alla luce dei nuovi rapporti di forza nella maggioranza?

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