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Il personale della Direzione Investigativa Antimafia, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in ordine al reato di riciclaggio aggravato in quanto volto a favorire un’associazione di stampo mafioso.
Sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere D’agostino Ilario, di anni 47, originario di Placanica (RC) e Cardillo Francesco, di anni 44, originario di Caulonia (RC) ed anche il commercialista Pontoriero Giuseppe, di anni 65, originario di Ricadi (VV), «fiancheggiatore» dei prevenuti D’agostino e Cardillo.
Per i medesimi reati, altri 11 soggetti sono indagati a piede libero e sono stati sottoposti a perquisizione domiciliare. Sottoposta inoltre a sequestro preventivo una società immobiliare (Ediltava Sas) risultata essere la «cassaforte immobiliare» del gruppo malavitoso, nonchè lo strumento principale per investire il provento di pregressi traffici di droga in capo alla cosca della ‘ndrangheta riconducibile a Spagnolo Antonio di Ciminà (RC).
Al vertice di questa ramificazione piemontese della ‘ndrangheta, vi era D’agostino Ilario, il quale assieme al nipote Cardillo Francesco, risultava attivo sin primi anni ’90 nelle attività di narcotraffico in Piemonte. Parallelamente,il D’agostino e il Cardillo avevano costituito diverse imprese edili tramite le quali riciclavano in beni immobili i cospicui introiti che la propria organizzazione delinquenziale di riferimento (ovvero la cosca Spagnolo) accumulava illecitamente.
Per prevenire azioni cautelari, nel 1995 i prevenuti avevano costituito la Ediltava Sas e l’avevano intestata fittiziamente a dei familiari, parenti del D’agostino e di Spagnolo Antonio.
Gli intestatari fittizi, oltre a non avere particolari esperienze professionali nel settore, non avevano capacità reddituali e patrimoniali idonee allo svolgimento della predetta attività imprenditoriale.
La società, che ha iniziato sin dai primi mesi di vita ad acquistare fabbricati e terreni, negli anni a seguire assumerà sempre più marcatamente le vesti di «cassaforte immobiliare» della cosca Spagnolo.
Nel 1999, l’arresto del D’agostino e del Cardillo per traffico di stupefacenti ha imposto una radicale rivisitazione della compagine societaria della Ediltava, a quella data titolare di un nutrito portafoglio immobiliare.
Secondo la ricostruzione della Dia, la proprietà aziendale è stata dapprima trasferita in capo a nuove figure, sempre strettamente legate al D’agostino ed al Cardillo e poi, nel 2005, è stata intestata a Pontoriero Giuseppe, commercialista «storico» del gruppo (sin dai primi anni ’90 ha prestato la propria attività per le società riconducibili al D’agostino) che, grazie ad una falsa perizia di estimo immobiliare redatta da professionisti «compiacenti», ha «acquistato» per soli 30.000 euro una società che aveva possedimenti immobiliari del valore commerciale di circa 4 milioni di euro.
In sostanza, D’agostino e Cardillo, tornati in libertà nel 2001, hanno abbandonato le vesti di trafficanti e si sono dedicati in via esclusiva all’attività imprenditoriale, gestendo – spiega la Dia – il patrimonio e le imprese operative in cui veniva impiegato il denaro della cosca e hanno fornito contestualmente impulso alla costituzione di ulteriori aziende «satelliti» che – anche ricorrendo al lavoro «nero» di molteplici dipendenti- hanno ottenuto commesse pubbliche, specie in forma di subappalto.
L’imponente attività di riciclaggio, con ricorso a sofisticati meccanismi di interposizione fittizia in ambito societario, occultamento della provenienza di capitali illeciti e costituzione di un patrimonio immobiliare di notevoli dimensioni, è stata costantemente agevolata dall’opera dei professionisti sopra citati, in primis il commercialista, che si sono prestati alla creazione, trasformazione e cessazione delle imprese strumentali agli scopi del sodalizio.
Ad oggi le aziende riconducibili di fatto al D’agostino sono presenti anche sui cantieri relativi alla costruzione di opere in Piemonte, Liguria e, da ultimo, in Calabria (in particolare, Caulonia).
L’attività di polizia giudiziaria, svolta con l’ausilio di personale della P.di S., dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, ha riguardato 17 perquisizioni presso sedi societarie ed abitazioni private ubicate nelle province di Torino, Asti, Cuneo, Imperia e Reggio Calabria e ha comportato il sequestro di ville, appartamenti e terreni edificabili, per un controvalore commerciale di circa 6 milioni di euro: Torino e cintura, diversi appartamenti, box auto e locali adibiti all’esercizio commerciale; Caulonia (RC), terreno edificabile lottizzato per costruzione centro commerciale, appartamenti e box auto;Oulx (TO) villette e box auto; Cervere (CN), diversi appartamenti ed annessi box auto; in provincia di Torino, terreni vari.

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