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«A me pare che il governo, in questa vicenda della nave affondata al largo di Cetraro, abbia deciso di abbandonare la Calabria. Noi vogliamo sapere cosa cosa c’è nella nave affondata al largo di Cetraro, non abbiamo necessità di altri rilievi fotografici, ma il sottosegretario all’ambiente Roberto Menia, non è stato in grado di darci le risposte che attendiamo. Ha fatto bene il presidente Agazio Looero e dire che qui c’è bisogno dell’intervento diretto di Berlusconi. L’emergenza tocca più ministeri e mandare un sottosegretario, come si è visto, è inutile». È deluso l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria Silvio Greco (nella foto), “alla cui iniziativa – è detto in un comunicato della Regione – si deve la scoperta della nave affondata con un probabile carico di scorie radioattive, il quale oggi ha abbandonato la riunione con il rappresentante del governo incaricato di affrontare la drammatica questione dei relitti affondati dalla mafia». «Sono deluso e arrabbiato – spiega Greco – nel sentire Menia, da me incalzato, che non avendo risposte concrete sa darmi solo del provocatore, alzando la voce e dimostrando di che pasta sono fatte alcune persone che ci governano. A questo punto devo ritenere che il Governo non ha alcuna intenzione di dirci cosa ci sia nella nave affondata a largo di Cetraro. E si nasconde dietro la posizione del sottosegretario». «Oggi – dice ancora Greco – c’è stata una riunione di circa 30 sindaci del cosentino davanti a Palazzo Chigi per richiamare l’attenzione del Governo sulla situazione del Tirreno cosentino. Io sono stato invitato in qualità di assessore regionale all’Ambiente e ho avuto così modo di incontrare Menia. Al sottosegretario ho posto alcune semplici domande rispetto alle attività svolte dalla nave a largo di Vibo e se sia prevista o meno la caratterizzazione, e cioè la rilevazione del contenuto dei fusti del carico. Il sottosegretario non ha saputo rispondere a queste domande, sostenendo che il ministero fa solo quanto richiesto dalla magistratura. Quando io ho risposto che una cosa sono le richieste legittime dell’autorità inquirente e un’altra i bisogni della gente calabrese, che chiede di sapere cosa cui sia in questa nave, il sottosegretario mi ha dato del provocatore e sobillatore. Subito dopo ha iniziato ad alzare la voce e a gridare, sbraitando e dicendo che era sua intenzione parlare solo con i sindaci. A quel punto ho lasciato la riunione e sono andato via». «Il fatto è – aggiunge Greco – che nel mare di Cetraro abbiamo una nave, la Ocean, mandata dal ministero e che paghiamo 35 mila euro al giorno e la autorizziamo a fare solo dei rilievi fotografici. È di tutta evidenza che non si fa arrivare una nave oceanografica con un robot che ha anche un manipolatore a bordo e non si procede alla caratterizzazione del carico, nascondendosi dietro al fatto che si lavora di concerto con la Direzione distrettuale antimafia. Ho risposto al sottosegretario che non mi risulta ci sia un sequestro in corso, quindi non è un incidente probatorio quello che si va a fare ma una ricerca. E’ il buon senso a indicare la cosa giusta da fare e il buon senso chiede di rilevare il contenuto del carico». «Noi siamo i primi ad augurarci che dentro quei fusti ci sia acqua minerale – afferma ancora Greco – ma abbiamo bisogno di un riscontro scientifico. E come si fa per terra, vogliamo avere parte dei campioni perchè vogliamo farli analizzare da laboratori terzi».

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