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Il sindaco di Cirò, Mario Caruso, si è incatenato ieri nel proprio ufficio in segno di protesta contro lo Stato e la Regione Calabria, colpevoli, a suo dire, di non avere attuato i necessari interventi per la messa in sicurezza del territorio del centro del Crotonese, danneggiato dalle piogge verificatesi all’inizio del 2009.
Caruso, in una nota, ha parlato di «gravissimo dissesto idrogeologico che ha determinato a Cirò una situazione di grave emergenza cui, inspiegabilmente, non si è fatto fronte».
In particolare Caruso ha chiesto che «la Regione Calabria, come promesso dal governatore Loiero, versi al Comune le somme riconosciute per gli interventi urgenti da attuare, che ammontano a quattro milioni di euro. In questo periodo – ha detto ancora Caruso – il nostro Comune ha potuto solo agire per le emergenze, lavori che la pioggia dell’ultimo periodo ha vanificato peggiorando la situazione, per la quale serve un intervento globale e definitivo. L’Amministrazione comunale, purtroppo, non ha le capacità finanziarie per effettuare questo intervento. È necessario che qualcuno intervenga prima che ci scappi il morto».
Caruso ha deciso di attuare la protesta dopo la conferenza dei sindaci del Crotonese sui danni causati dal maltempo che era stata convocata dallo stesso primo cittadino di Cirò. A conclusione della riunione i sindaci hanno deciso di chiedere un incontro urgente col ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e col presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, al fine di ottenere i finanziamenti necessari per la messa in sicurezza del territorio.
Anche i sindaci di Cutro, Salvatore Migale, e di Roccabernarda, Enzo Pugliese, hanno annunciato «proteste eclatanti» per la situazione di pericolo che si registra nei loro comuni a causa delle forti piogge degli ultimi giorni.

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