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LA PRIMA tranche di vaccini contro l’influenza A è arrivata anche all’Asp di Potenza. Le dosi sono state già distribuite nelle aziende ospedaliere del capoluogo lucano, dove sono state organizzate squadre interne che avranno il compito, a partire da domani, di immunizzare il personale sanitario e di assistenza dei servizi sanitari accreditati e delle strutture socio-sanitarie, il personale dei distretti sanitari e almeno il 90 per cento dei medici di famiglia e dei pediatri.
Poi, dal 9 novembre, sarà la volta dei donatori di sangue periodici, delle donne al secondo o al terzo trimestre di gravidanza, e delle persone a rischio, di età compresa tra 6 mesi e 65 anni. Il tutto «compatibilmente con le dosi che abbiamo a disposizione – commenta Francesco Saverio Negrone, direttore dell’U.O. di Igiene e Sanità Pubblica dell’ASP/2 – dopo la distribuzione alle strutture sanitarie del capoluogo, ci sono rimasti circa 1.000 vaccini in formato pluridose (il vaccino pandemico in questione, a differenza di quello stagionale che è monodose, è in formato pluridose, ovvero ogni flacone contiene 10 dosi, ndr)».
Ma quali sono le categorie a rischio? «In particolare – continua Negrone – sono considerate persone a rischio quelle affette da malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa asma, displasia broncopolmonare, fibrosi cistica e Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva, ndr), malattie dell’apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite ed acquisite, diabete mellito e altre malattie metaboliche, malattie renali con insufficienza renale, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, neoplasie, gravi epatopatie e cirrosi epatica, malattie congenite ed acquisite che comportino carente produzione di anticorpi; immunosoppressione indotta da farmaci o da hiv, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale, malattie neuromuscolari, condizione di familiare o di contatto stretto di soggetti ad alto rischio che, per controindicazioni temporanee o permanenti, non possono essere vaccinati». Le persone appartenenti a queste categorie possono presentarsi all’Asp con l’impegnativa del medico di famiglia. A partire dal 31 gennaio, invece, dovrebbe essere il turno dei soggetti di età compresa tra i due e i ventisette anni (è inclusa, dunque, anche la popolazione sana), con modalità ancora da definirsi. Quali sono i sintomi della A/H1N1? Febbre sopra i 38 gradi, sonnolenza, malessere, perdita di appetito, associati in alcuni casi a raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea. Intanto l’allarmismo cresce anche nel capoluogo lucano, nonostante le assicurazioni del dipartimento regionale alla Sanità, secondo cui non è il caso di preoccuparsi, anche perché, ad oggi, non esiste nessuna “emergenza Basilicata”. Il contagio da virus della nuova influenza spaventa, in modo particolare, le giovani coppie con figli piccoli. Ed ecco che – ci dicono dal 118 – «i genitori iniziano ad essere vittima di vere e proprie psicosi e in questi ultimi mesi si è registrato un massiccio afflusso di minori al pronto soccorso, anche se non era necessario. Rivolgersi al pronto soccorso per i sintomi dell’influenza, che nella stragrande maggioranza dei casi si risolve senza complicazioni, rischia soltanto di mettere in difficoltà le strutture sanitarie, rendendole quindi meno efficaci. La maggior parte dei pazienti con influenza non complicata possono essere trattati in modo sintomatico nelle proprie abitazioni e non necessitano di interventi specifici. La prima cosa da fare è comunque contattare il medico di famiglia o il pediatra». Infine un consiglio per mamma e papà: nel caso i bambini si ammalino è opportuno che rimangano a casa almeno 7 giorni dall’inizio dei sintomi, per evitare la diffusione della malattia.
Anna Maria Calabrese

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