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di ANTONELLA CIERVOPARLERA’ presto ai suoi concittadini nel corso di un incontro pubblico per rispetto a tutte «le mail, lettere e i messaggi che mi stanno arrivando per conoscere le motivazioni reali di quello che è successo».
L’avvocato Emilio Nicola Buccico ha avuto tempo per riflettere – ammette – per pensare a tutto quello che è accaduto e lo ha portato alle dimissioni dalla carica di sindaco, il 5 ottobre scorso. «Non mi sento un esule, non sono scappato dal Comune – chiarisce e aggiunge – Sono contro la democrazia partecipata, telefonata». In queste ore Buccico guarda con particolare interesse a ciò che accade all’interno del suo partito. Il Pdl si appresta, poche ore dopo questa intervista, a insediare il suo coordinamento provinciale all’interno del quale siederanno, insieme, il vice coordinatore provinciale del Pdl, Nuccio Labriola e il consigliere Augusto Toto. «La lettura storica delle vicende che hanno portato alle mie dimissioni – spiega – disegna come passaggio non trascurabile il suo comportamento, così come quello dell’Udc». Episodi che si inseriscono in un contesto più ampio.
Il problema interno del Pdl era stato sollevato già altre volte. Come mai, secondo lei resta ancora da risolvere?
«Un partito che si ispira alla chiarezza deve risolvere le questioni. Se si tratta di errori, si riparano. Citando Fanfani: ’Chi la fa, la copra’. Se, però, il problema è determinato da una lettura confusionaria, allora si pone la questione dell’indirizzo delle vita politica. Il processo formativo del Pdl non si è ancora concluso. Ci sono ancora separatezze, percorsi paralleli, anime che stanno sorgendo. Ci vuole però, una direzione chiara verso gli obiettivi che si vogliono raggiungere».
Augusto Toto e Nuccio Labriola siederanno nello stesso coordinamento provinciale. Cosa vuol dire?
«Per quanto mi riguarda io mi sono dimesso dal coordinamento regionale. Per quanto possa conoscere le persone, immagino che vi sarà più di un caso di incompatibilità se questi errori dovessero permanere. Occorre però che il Popolo delle Libertà viva questa esperienza fondativa in modo partecipativo».
Cosa serve al Pdl per essere pronto alla regionali e al rinnovo del consiglio comunale di Matera?
«Soprattutto di chiarezza all’interno della direzione provinciale che regionale. Bisogna delimitare gli obiettivi sulla scelta del candidato governatore e di coloro che ci devono rappresentare nella competizione al Comune. Siamo stati protagonisti vincitori e non possiamo essere spettatori. Non saremo assenti dalle prossime competizioni elettorali». Il riferimento non è a se’ stesso e per chiarire ulteriormente, aggiunge: «E’ troppo vicina l’esperienza che ho fatto. Sono interessato, però, a capire i processi interni alla città, a contrastare i disegni di occupazione del potere di alcune forze politiche». Il comizio alla città che Buccico terrà, è il risultato di una riflessione non superficiale. «Ho voluto far passare un po’ di tempo perchè ho voluto dare una lettura spassionata, dopo un’esame di coscienza e la valutazione delle condotte avute, cercando di capire chi ha diretto in maniera convergente la battaglia che ha portato alla mia caduta. Le forze politiche, oggi, devono riprendere il primato della progettualità e del confronto».
Gli spostamenti di esponenti politici da un partito all’altro hanno aperto forti polemiche. Qual è il suo giudizio sul caso- Idv?
«Appartengo alla vecchia generazione degli appassionati di politica. Non mi meraviglio che ci siano trasmigrazioni da una parte all’altra. Constato linguaggi diversi tra quelli di ieri e di domani. La sintassi e la grammatica politica dell’ Italia dei Valori sono scandite su temi in contrasto con quelli su cui si è esercitata l’azione politica di chi oggi ha aderito a questo partito. Era fatale che scoppiassero questi problemi. Siccome l’Idv vive di una propaggine giustizialista, c’era per alcuni versi il dovere di fare le pulci a chi decide di entrare nel partito».
In prossimità delle consultazioni elettorali, si scatena un teatrino della politica che si trasforma sempre più nella parodia di se’ stesso. Cosa ne pensa?
«Sono sempre stato un conservatore collocato a destra. Le categorie classiche vanno scomparendo, i proccessi di liberalizzazione devono essere accettati a destra e a sinistra. Più si è d’accordo sui valori fondamentali della democrazia, meglio si risolvono i problemi, minori sono le differenze, più facile è l’alternanza».
Non c’è progetto politico, secondo Buccico, che non passi dalla questione meridionale. «Il Pdl non può essere suddito delle scelte della Lega. Bisogna accentuare il nostro spirito meridionalistico».
Il ministro Brunetta oggi (ieri, ndr.) ha detto che il Mezzogiorno ha cominciato il suo declino dopo il Feudalesimo che, invece, si era dimostrato lo strumento più adatto. Cosa ne pensa?

«Le differenze non sono diminuite. Le prime inchieste sulla questione meridionale sono quelle di Franchetti, successive all’Unità d’Italia. I problemi sono cresciuti dopo il declino della classe politica meridionale. Il miglior ritratto è stato tracciato da Guido Dorso. Noi non possiamo essere mercati secondari, ma dobbiamo essere in condizioni di reggere il confronto con il nord. L’interpretazione di Brunetta è da respingere».

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