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di BIAGIO TARASCO
DOPO l’anticipazione fatta sul Quotidiano del 7 novembre scorso, il segretario generale del Sunia, Franco Casertano, ha ufficialmente inoltrato una richiesta alla Regione Basilicata, al Comune di Matera, all’Ater e alla società “Matera 90” affinché venga presa in considerazione la proposta del Sunia di realizzare, nell’area di San Francesco, interessata dal progetto Matera 90, anche un certo numero di case popolari.
Lo scorso 3 ottobre la giunta comunale ha preso atto del progetto presentato dalla società Matera ’90, candidandolo a valere sul Piano nazionale di Edilizia abitativa. Il Piano casa, contenuto nel decreto per l’edilizia residenziale pubblica, ha l’obiettivo di costruire abitazioni da destinare, sia in proprietà che in affitto, a canoni agevolati, a quanti non sono in grado di fare fronte ai prezzi di mercato (il cosiddetto social housing). I binari lungo i quali dovrà correre il Piano di edilizia sociale sono due: uno statale e l’altro regionale. «Il Governo centrale -scrive Casertano- con lo stanziamento di soli 150 milioni su tutto il territorio nazionale, ha inteso rinviare nuovamente il problema degli alloggi di edilizia convenzionata. Su tutti una semplice riflessione: alla Regione Basilicata per i programmi di edilizia sovvenzionata arriveranno solo 2 milioni di euro. Per tali ragioni, il nostro sindacato, dopo aver raccolto tutte le informazioni attinenti il progetto presentato dalla società Matera ’90, non può non ribadire un giudizio positivo sulla proposta. La società Matera ’90, pur ottenendo una contropartita in termini di alloggi privati, ha destinato quasi il 45% della volumetria residenziale per il progetto del social housing, impegnandosi alla realizzazione di tali alloggi a prezzi di poco superiore ai 900 euro per metro quadrato, dando la possibilità di disporre di un alloggio di 75 mq con un garage di 20 mq per soli 77mila euro. Inoltre, dei 284 alloggi sociali, il 55% sono destinati con la formula del fitto a 10 e 25 anni con canoni inferiori a quanto prescritto dalla legge 431/98. Il metodo con cui la società ha potuto garantire prezzi così calmierati -aggiunge Casertano- va ricercato nella cessione gratuita al progetto di social housing sia del terreno che di tutte le spese occorrenti per la realizzazione delle urbanizzazioni. L’occasione, pertanto, di disporre gratuitamente sia delle aree, che delle opere di urbanizzazione apre alla Regione e all’Ater una straordinaria opportunità. Per tali motivazioni la nostra Federazione invita la Regione, l’Ater, il Comune, la stessa società proponente ad attivare tutte le procedure al fine di garantire la cessione gratuita, unitamente alle opere di urbanizzazione, delle aree da impiegare anche per l’edilizia sovvenzionata. In questo modo -conclude Casertano- l’Ater risparmierebbe sui costi di acquisizione delle aree e sulle opere di urbanizzazione, avendo così la possibilità di impiegare tutte le somme di propria disponibilità per la realizzazione degli alloggi sovvenzionati. Attualmente l’Ater dispone già di risorse pubbliche per i progetti di case popolari, ma proprio l’assenza delle aree blocca ogni tipo di investimento».

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